Blend Plants e il cantiere della Tramvia di Bologna. Due impianti per un binario
Tram Bologna con quattro linee di superficie, quattro stazioni di interscambio e 57 km di rete. Un cantiere che dovrà essere ultimato entro metà 2025 con due Blend Plants A240, supportati da un Seventy, che forniscono 70.000 tonnellate di misti cementati con materiali riciclati.
Blend Plants, tra i costruttori di impianti mobili per il calcestruzzo, è sicuramente tra le aziende più dinamiche e “moderne”. Non è un caso che, per la costruzione della tramvia di Bologna, siano stati scelti tre impianti bresciani per fornire tutti i misti cementati necessari.
E a proposito di modernitò, Renzo Piano, nel corso di una sua conferenza, spiegò la differenza fra invenzioni moderne e invenzioni che, invece, moderne non lo erano affatto. E come esempio di modernità portò proprio il tram. Un veicolo per il trasporto pubblico ad alimentazione elettrica inventato nel XIX secolo e sviluppato nella sua forma attuale nel XX. Un mezzo ancora oggi incredibilmente moderno nonostante la sua età. Modernità a cui si è affidata la città di Bologna con un grande progetto di mobilità urbana di superficie.
Blend Plants al servizio di una nuova rete tramviaria
Pensare e, soprattutto realizzare, un rete tramviaria di 57 km di lunghezza non è cosa semplice. Soprattutto quando questo progetto è calato su una città dalle forti radici storiche. Qui la complessità aumenta ulteriormente dovendo gestire cantieri che hanno un forte impatto sulla cittadinanza e sulla logistica locale. Occorre quindi non solo una visione in divenire, che già immagina i vantaggi per tutta la cittadinanza, ma anche affidarsi alla competenza e alle capacità delle imprese. Queste ultime devono avere alle proprie spalle un percorso aziendale in grado di affrontare e portare a termine sfide importanti.
Questa è, nel concreto, la storia di Tram Bologna. Un grande progetto di mobilità urbana di superficie che prevede non solo una rete di 57 km distribuita su quattro linee. Ma queste saranno integrate anche da quattro stazioni di interscambio in grado di garantire la massima snellezza nell’impiego quotidiano. Una vera e propria rete che, linea per linea, è in fase di costruzione o progettazione. Alcuni cantieri sono già terminati ed altri, dove operano gli impianti Blend Plants, sono in fase di svolgimento o in procinto di essere aperti. Il tutto con una visione finale dove il trasporto pubblico cittadino sarà rivisto in chiave differente rispetto a quanto accade oggi. Le linee in progetto sono dunque quattro e definite con dei colori per identificarle in modo chiaro.
- Linea Rossa: Terminal Emilio Lepido–Capolinea Nord Michelino–Facoltà di Agraria/CAAB
- Linea Verde: Corticella–Deposito Due Madonne
- Linea Gialla: Rastignano–Casteldebole
- Linea Blu: Casalecchio–San Lazzaro
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La nuova Tramvia di Bologna si sviluppa su 57 km complessivi divisi in 4 linee
L’organizzazione temporale e la logistica del cantiere
Si è deciso, per motivazioni strategiche e per i flussi di traffico urbano a cui dare la priorità, di cantierizzare e realizzare le prime due linee. Con la Rossa che attualmente è in fase di avanzato stato di costruzione e quella verde che è stata cantierizzata nel mese di ottobre 2024. I lavori sono realizzati dalla “Panigale Società Consortile Srl” composta da CMB, Alstom e Amplia Infrastructures. Società che opera, per i lavori di scavo, recupero, trattamento e riuso dei materiali, tramite la “Marchesi Movimento Terra Srl”. Si tratta di un’azienda che ha la propria sede a Pianoro, in provincia di Bologna, e spazia dal classico movimento terra, all’estrazione e lavorazione di materiali inerti fino ai lavori stradali con una storia ultradecennale alle proprie spalle.
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Tram Bologna impiega tre impianti del costruttore bresciano per il suo grande cantiere
I fondi del PNRR e le linee in corso di realizzazione
La modernità del tram è un aspetto fondamentale che ha guidato questo progetto e rientra pienamente, fra le altre cose, negli obiettivi prioritari individuati dal PNRR. Stiamo quindi parlando di abbattimento delle emissioni locali e rivisitazione dei sistemi di trasporto con la finalità di razionalizzare e velocizzare i collegamenti urbani. Ed è per questo che la realizzazione di parte del progetto è stato finanziato proprio con i fondi del PNRR. Fondi che, per essere erogati, hanno imposto alcune regole di base. Sia in merito alla data di fine lavori, sia al riuso dei materiali provenienti dalle opere stradali e di scavo del cantiere stesso.
Il riuso dei materiali, strada virtuosa che l’impresa Marchesi percorre già da tempo, è stata la variabile che ha determinato l’impostazione del cantiere. Infatti si è pensato all’impiego di macchine e impianti, come i Bland Plants, che fossero finalizzati all’ottenimento dei risultati richiesti. Oltre ovviamente al rispetto del cronoprogramma di cantiere che risulta estremamente stretto. Occorre infatti ultimare i lavori entro giugno 2025 come risulta dagli accordi stabiliti in base all’erogazione dei fondi del PNRR.
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L’impresa Marchesi percorre da tempo il riuso dei materiali gli impianti mobili bresciani
Un cantiere complesso e impegnativo
La scelta di realizzare in primis la Linea Rossa risponde a diversi criteri. Il primo è la coerenza con la pianificazione urbanistica comunale e con le previsioni di sviluppo urbano di Bologna. La linea mette infatti in connessione i principali poli di interesse di livello comunale e sovra comunale. Tra questi l’Ospedale Maggiore, la zona del centro storico, la Stazione di Bologna Centrale, la Fiera, la Regione, la Facoltà di Agraria e la zona di F.I.CO e del CAAB. Inoltre collega aree su cui sono previsti nuovi insediamenti urbanistici e nuclei residenziali molto importanti come Borgo Panigale, Santa Viola, la Bolognina, San Donato e il Pilastro.
Risulta inoltre, dall’esame dei carichi complessivi stimati, che si tratta della linea per la quale è prevista la maggiore domanda di trasporto. Questo in ragione degli importanti punti attrattori e dalla significativa quota di popolazione servita. Flussi che giustificano l’adozione della tecnologia tramviaria assicurando un’elevata redditività economico-sociale e la sostenibilità tecnico-economica dell’intervento.
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Uno dei due A240 è localizzato nella zona di trattamento dei materiali vicino all’aeroporto di Bologna
L’utilizzo dei fondi europei
La Linea Verde, finanziata completamente con i fondi PNRR, congiungerà il centro di Bologna con la zona di Corticella. Un tracciato che collegherà il capolinea di Via dei Mille con quello posto a nord vicino alla stazione del servizio ferroviario metropolitano. Si tratta di un tracciato lungo 6,9 km, di cui 5,7 su nuovo percorso e 1,2 in condivisione con la Linea Rossa. Le fermate totali, compresi i due capolinea, saranno 17. Due di queste sono in condivisione con la Rossa. Il tracciato complessivo prevede anche l’attraversamento della tangenziale che avverrà percorrendo un sottopasso riservato per non incidere sull’assetto stradale superficiale. Quest’ultimo deve infatti essere coerente con quanto previsto nel progetto del Passante Autostradale.
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L’altro A240 è localizzato presso una delle sedi estrattive dell’impresa Marchesi
Un contesto operativo particolare
Si tratta dunque di un cantiere complesso. Si svolge infatti con dei cantieri definiti “di linea” a loro volta organizzati in micro cantieri per non generare eccessivo disturbo al traffico urbano quotidiano.
In questo contesto operativo estremamente complesso giocano un ruolo fondamentale due impianti mobili A240 ed un Seventy della Blend Plants. Tre macchine scelte per confezionare tutti i conglomerati cementizi non strutturali necessari per la realizzazione dell’opera. Conglomerati che sono, a loro volta, confezionati con gli aggregati riciclati che provengono dai cantieri in fase di realizzazione.
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A supporto dei due A240 è presente anche un Seventy su veicolo 4 assi
La precisa scelta tecnica degli impianti Blend Plants
“La scelta di utilizzare gli impianti Blend Plants” ci spiega Luca Andrea Medini, coordinatore tecnico della Marchesi Movimento Terra “è legata alla loro estrema polivalenza e alla possibilità di utilizzare diversi tipi di materiali nel ciclo di confezionamento dei materiali”.
E prosegue “Gli accordi legati al finanziamento del PNRR ci impongono il riuso dei materiali che provengono dalle opere di scavo. Ma si tratta comunque di una procedura che la Marchesi adotta già da tempo e che mi vede seguire come linea di pensiero già quando lavoravo in altre realtà. Abbiamo quindi approntato un centro di recupero che insiste ai margini della A14. Siamo non lontano dall’aeroporto Guglielmo Marconi e qui i materiali fanno il loro ingresso, sono trattati e terminano la loro vita di rifiuti speciali non pericolosi secondo i dettami del decreto End of Waste”.
Ci spiega ancora “Da qui riutilizziamo i materiali recuperati nei due Blend Plants A240. Uno è stato acquistato direttamente da noi della Marchesi ed è stato collocato nella nostra sede di Pianoro. L’altro è invece di proprietà della Panigale Società Consortile e trova posto proprio nel centro di recupero dei materiali dedicato al cantiere. Oltre a questi due è presente anche una Blend Plants Seventy montata su un autocarro 8×4. Tutti questi impianti sono però di fatto gestiti in toto dalla Marchesi che si occupa del ciclo completo di scavo, trasporto dei materiali, valorizzazione e riuso per il confezionamento dei misti cementati”.
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L’A240 nella sede della Marchesi è in corso di certificazione per conglomerati strutturali
I volumi in gioco
“I volumi complessivi sono veramente importanti” ci spiega Luciano D’Onofrio di Panigale Società Consortile “e ammontano a circa 70.000 tonnellate complessive di misti cementati da realizzare per il cantiere. Stiamo quindi parlando di un volume approssimativo di circa 150.000 metri cubi di cui gli impianti si stanno facendo carico giorno dopo giorno”.
Continua nella sua spiegazione Luca Andrea Medini “E’ un cantiere complesso che sta cambiando il volto di Bologna. La logistica dei materiali va curata in modo ottimale e gli impianti della Blend Plants sono macchine che già conoscevo per la loro potenzialità e flessibilità produttiva. Li avevo già utilizzati nelle mie passate esperienze di tecnico organizzativo e gestionale in diverse realtà produttive. Quando si è trattato di scegliere il tipo di macchine a cui affidarci per questa delicata fase operativa non ho avuto dubbi. Dalle tempistiche produttive, infatti, dipende anche l’erogazione dei fondi PNRR. Si tratta quindi di un aspetto troppo delicato e importante”.
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L’impresa Marchesi opera in campo estrattivo, movimento terra e costruzioni
E termina la sua spiegazione “Tra le altre cose stiamo anche seguendo l’iter di certificazione per l’A240 di della Marchesi per il confezionamento di conglomerati cementizi strutturali. Nel futuro aziendale, a prescindere dal cantiere di Tram Bologna, vedo infatti un impiego differenziato di questo impianto. Stiamo infatti valutando di raddoppiare le tramogge di alimentazione in modo da avere la possibilità, una volta ottenuta la certificazione, di avere la macchina sempre pronta sia per i misti cementati confezionati con aggregati riciclati, sia per i conglomerati a resistenza garantita. Occorre infatti confezionare questi ultimi con inerti vergini prodotti nel nostro impianto di Pianoro”.
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L’A240 della Marchesi adotta anche tramogge per inerti vergini per la produzione di conglomerati strutturali