Caterpillar D1 Mulcher, il dozer compatto per il forestale
Caterpillar non è nuova a perlustrare nuove nicchie di mercato. Soprattutto dove è possibile sfruttare macchine nate per altri impieghi e adattate in modo efficiente per impieghi specifici. Il costruttore USA affonda profonde radici anche nel settore forestale dove ha maturato una lunga esperienza soprattutti nei mercati nord americani.
Caterpillar non è nuova a perlustrare nuove nicchie di mercato. Soprattutto dove è possibile sfruttare macchine nate per altri impieghi e adattate in modo efficiente per impieghi specifici. Il costruttore USA affonda profonde radici anche nel settore forestale dove ha maturato una lunga esperienza soprattutti nei mercati nord americani. Negli anni ha proposto anche una gamma di trinciatrici ad alte prestazioni da accoppiare ai suoi track-loader.
Un settore, quello della pulizia forestale, che sta vivendo un trend globale in continua crescita. Caterpillar ha quindi deciso di sviluppare alcune versioni speciali dei propri dozer compatti per queste applicazioni. Una nicchia di mercato in grado di coprire quella fascia applicativa che sta sopra i track-loader e sotto i grandi trattori forestali specializzati. Quindi, dopo il D3K2 Mulcher, è ora arrivato il momento del D1 Mulcher. In pratica la versione forestale del più piccolo dozer costruito da Caterpillar.
La messa a punto di Caterpillar
Il nuovo D1 Mulcher è abbinato con una trinciatrice Caterpillar HM518 con larghezza di lavoro di 190 cm. Si tratta quindi dello stesso modello che equipaggia anche il più grande D3K2 Mulcher. Le necessità idrauliche di questa attrezzatura sono di 114 l/min. Caterpillar, sul nuovo D1 Mulcher, mantiene inalterata la portata dell’impianto idraulico di 65 l/min per i movimenti di posizionamento dell’attrezzatura. Pur non dichiarandolo ha quindi sicuramente optato per un impianto idraulico ausiliario.
Questo per fornire la quantità di olio necessaria per il corretto funzionamento della trinciatrice. La motorizzazione è il Cat C3.6 da 77,6 kW (104 cv) Stage V. La configurazione classica del piccolo dozer presenta quindi le masse radianti anteriori che sono più esposte allo stress legato alla formazione di particelle e polveri. Per questo motivo è presente di serie la ventola con inversione automatica in modo da effettuare una continua pulizia nel tempo. L’accesso è inoltre facilitato da griglie di protezione incernierate.
Pensata per la sicurezza
Caterpillar ha pensato a tutte le dotazioni di sicurezza necessarie per un impiego così pericoloso. La cabina di guida è quella standard, che offre un elevato livello di comfort. Ma con in più tutte le superfici vetrate dotate di protezioni OPS per evitare danni all’operatore. La macchina stessa, operando spesso in un contesto in cui anche altri mezzi sono operativi allo stesso momento, presenta protezioni supplementati contro il lancio di oggetti.
Caterpillar rende disponibile la stessa dotazione di carri prevista per il D1 standard. Si parla quindi del carro convenzionale XL o a bassa pressione al suolo LGP. Quest’ultimo ha larghezze dei pattini di 40,4 cm o 63,5 cm per aumentare flessibilità ed efficienza. La scelta dei diversi tipi di carri permette di lavorare con efficienza e sicurezza in differenti condizioni operative. In opzione è anche disponibile una lama a 6 vie in tre divese misure.
La Caterpillar HM518
La trinciatrice HM518 si colloca al vertice della gamma di trinciatrici Caterpillar che è composta quindi da 12 modelli. Questo esemplare è venduto in abbinamento con i modelli D1 Mulcher e D3K2 Mulcher. La gamma di trinciatrici spazia dal modello HM112 fino al modello HM418 con Bite Limiter. Questa tecnologia, per gli addetti ai lavori, è segno evidente di una collaborazione attiva con FAE Group, colosso italiano del settore. Le larghezze operative variano da 1.240 mm fino ai 1.900 mm della HM518.
La peculiarità operativa principale consiste nel tamburo con mazze fisse che permette di avere una produttività elevata anche con diametri di vegetazione importanti. I motori idraulici sono a doppia velocità per poter affrontare situazioni in cui sia necessaria una maggiore o una minore coppia di rotazione. Il telaio di protezione può essere sia fisso, sia a comando idraulico. La camera di triturazione è a geometria fissa in modo da renderne più semplice l’impiego.