CIFA, una storia da vedere e da raccontare
Il Museo aziendale di CIFA fa parte della rete Museimpresa che raggruppa moltissime importanti realtà italiane. All'interno è possibile "toccare con mano" il fondamentale valore del costruttore per il nostro paese dal punto di vista tecnologico, storico e culturale.
CIFA è uno di quei marchi del made in Italy che hanno scritto pagine importanti di storia. Sia del nostro paese, sia della tecnologia delle macchine. Una visione che Carlo Ausenda ha saputo trasmettere in modo lucido fondando nel 1928 la Compagnia Italiana Forme Acciaio.
Ausenda, in un periodo non semplice per coloro che guardavano all’innovazione che arrivava da oltre oceano, acquisì alcuni brevetti della Blaw Knox per la realizzazione di casseforme in acciaio. E fu proprio il fondatore dell’azienda ad introdurre per primo nel nostro paese questa tecnologia dando una vera svolta nell’esecuzione dei grandi lavori. I casseri in acciaio, infatti, erano riutilizzabili più volte. Al contrario quelli in legno, soprattutto per le opere speciali, diventavano inservibili dopo il primo getto.
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Carlo Ausenda fondò la Compagnia Italiana Forme Acciaio nel 1928
Una scelta di campo che però permise a CIFA, negli anni ’30, di essere in prima linea nella fornitura di attrezzature di alto livello per il vero e proprio boom di grandi opere inaugurato dal regime. Le innovative casseforme in acciaio a movimentazione idraulica trovarono ampio impiego nella costruzione di gallerie, viadotti e dighe. Lavori che poi continuarono in forma ancora più importante dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale grazie al piano di ricostruzione.
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L’idea iniziale di Carlo Ausenda prese forma con l’acquisizione di alcuni brevetti dell’americana Blaw Knox. Iniziò la produzione di casseforme in acciaio che rivoluzionò il mondo dei grandi cantieri e delle opere pubbliche
L’entrata di CIFA nel mercato del calcestruzzo preconfezionato
Sono stati gli anni ’50 a segnare l’ingresso di CIFA nel mercato del calcestruzzo preconfezionato. Nel 1956 appaiono infatti i primi impianti di betonaggio a torre. Da quelli di piccola dimensione si è passati rapidamente a quelli più grandi. Una crescita che ha segnato anche il superamento dei confini nazionali. Sia per la qualità costruttiva e la produttività, sia perché le imprese italiane di costruzioni erano sempre più presenti in ogni parte del mondo. E CIFA era con loro per fornire impianti e casserature necessari per portare a termine grandi lavori in tutti i continenti.
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Negli anni ’50, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda lombarda entra nel mercato del calcestruzzo preconfezionato con i suoi impianti. Un successo sempre più crescente che la portano ad un vero e proprio salto di scala. Anche grazie alle tantissime imprese italiane che lavoravano nei cinque continenti
Nel 1958 arriva la prima autobetoniera. Anche in questo caso l’ispirazione arrivò dalla Blaw Knox con il suo fondamentale apporto tecnologico. Il primo modello, la 400, fu una vera rivoluzione nel mondo del trasporto di questo fondamentale materiale per le costruzioni. Un successo immediato che ben presto portò ad un numero elevatissimo di macchine e l’inizio di un’era che, per CIFA, continua ancora oggi.
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Blaw Knox fu fondamentale anche per l’inizio della storia aziendale nel settore delle autobetoniere. Lo spirito visionario di Carlo Ausenda aveva nuovamente “visto giusto” e da qui iniziò una storia che ancora oggi è innovazione e sviluppo
Continua evoluzione tecnologica
Lo spirito innovatore di Carlo Ausenda portò ad un continuo miglioramento di tutte le tecnologie aziendali. Comprese quelle delle casseforme in acciaio con l’arrivo dei nuovi pannelli modello LP. Riutilizzabili fino a 400 volte, sostituirono i già ottimi LWF che, impiegati fino alla fine degli anni ’50, segnarono un’epoca.
Fu la fine degli anni ’60 che lasciò un segno indelebile nella storia della tecnologia. CIFA iniziò ad importare dagli USA in Italia un modello di pompa di calcestruzzo prodotta dalla CASE. Fu l’inizio di una rivoluzione nel settore. Sebbene avesse alcuni limiti perché pompava solo calcestruzzi molto liquidi, permise a CIFA di mettere a punto una tecnologia di proprietà.
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L’importazione in Italia di una pompa per calcestruzzo costruita dalla CASE diede l’inizio di un’altra appassionante storia di tecnologia e innovazione nell’azienda lombarda
Nel 1972 il costruttore italiano presentò al mercato la nuova pompa 554 che rivoluzionò il mercato e fece entrare CIFA nel ristretto novero mondiale dei costruttori di pompe per calcestruzzo. Peccato che Carlo Ausenda, venendo a mancare nel 1967, non potè godersi quegli splendidi momenti. I suoi figli rimasero però alla testa dell’azienda fino al 1987.
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La prima betonpompa del costruttore italiano ha visto la luce nel 1972
CIFA entra nel Gruppo Ferruzzi
Anno in cui l’azienda lombarda entra nel Gruppo Ferruzzi. Ma nel frattempo in CIFA avevano portato a termine importanti progetti innovativi come la prima autobetonpompa. Un prodotto nato nel 1974 che andava incontro alle esigenze del mercato unendo la polivalenza del trasporto con la comodità del pompaggio. Soprattutto per cantieri di piccole dimensioni dove non erano richiesti getti importanti e lunghe distanze da coprire.
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La gamma di autobetonpompe segnò la storia del settore
L’evoluzione di questa macchina portò nel 1987 alla Magnum, l’autobetonpompa con la migliore e più evoluta tecnologia integrata allora disponibile. Una vera pietra miliare che, ancora oggi, è ricordata dagli addetti ai lavori.
I modelli di autobetonpompe di CIFA segnarono quindi un’epoca e la loro evoluzione portò grandi innovazioni nel settore. Come la valvola ad “S”, bracci ad altezze sempre maggiori e la stabilizzazione ad “X”. A fine anni ’90 arrivò la K40, prima pompa da 40 metri con braccio a 5 sezioni. Negli stessi anni l’azienda lancia le tecnologie per lo sprayer-concrete utilizzate soprattutto in galleria.
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L’evoluzione delle betonpompe portò ad una gamma ampia e produttiva che ha fatto scuola nel settore. E continua a farlo
L’arrivo di Zoomilion e il rilancio globale
Nel 2008 CIFA è acquisita da Zoomlion. Il grande costruttore cinese capisce e valorizza il brand italiano rilanciandolo in grande stile in tutto il mondo. Ma soprattutto finanziando i grandi progetti innovativi che erano in fase di studio. Prendono così vita, negli anni successivi, molti prodotti che staccano nettamente la concorrenza e segnano il marchio come CIFA come profondamente innovatore.
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La tecnologia Carbotech ha segnato il mondo delle betonpompe portando più leggerezza , più resistenza e maggiore capacità operativa
Nel 2010 arriva la prima pompa della serie Carbotech, con il leggerissimo braccio in carbonio. E’ il modello MK25 che ha una tara molto più bassa rispetto ai concorrenti pur avendo un braccio molto più flessibile e resistente. Nel 2013 arriva Energya, la prima autobetoniera ibrida-elettrica al mondo che darà l’inizio a un nuovo modo di pensare il trasporto e la distribuzione del calcestruzzo.
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La serie continua con la Coguaro 4 nel 2015, la prima betoniera per lavori in tunnel e miniere. A cui fa seguito, nel 2015, il CSSE, il primo spritz-beton elettrico. Seguito a sua volta nel 2019 dal Magnum MK28E, la prima betonpompa elettrica che arrichisce la gamma Energya.
Il resto è tecnologia dei giorni nostri. Con le betonmpompe della classe 60 metri o gli impianti di produzione della gamma Fivetech. Una storia di tecnologia che vale la pena conoscere grazie allo splendido museo aziendale nella sede di Senago. Una perla che fa parte della rete Museimpresa e che va assolutamente vista con i proprio occhi.
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L’evoluzione del prodotto ha portato oggi ad una gamma di macchine di assoluta avanguardia