e-Construction arriva alla fine dei suoi primi due anni di vita. Un periodo di continua crescita che ha portato alla pubblicazione di 870 articoli, alcune decine di video e all’invio di oltre 100 newsletter ad una mailing list di oltre 25.000 persone ogni settimana. Numeri che, presi da soli, significano poco o nulla. Possono infatti essere alti o bassi a seconda da che prospettiva li si guardi.

Quello che è sicuro è che ogni articolo è sempre particolarmente approfondito e scritto con cognizione di causa. Ma soprattutto sempre con l’obiettivo di fornire un servizio utile agli utilizzatori. e-Construction nasce infatti con lo scopo di ESSERE DALLA PARTE DELLE IMPRESE. Senza censure, senza nascondere i fatti, senza ipocrisie di nessun genere. Cercando sempre di fare chiarezza su cosa succede nel mercato e su quali siano le dinamiche che portano vantaggio alle imprese che utilizzano le macchine.

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e-Construction, un “modo di essere” che arriva da lontano

Questo “modo di essere” arriva da lontano. Da un lato la forte cultura informativa della Vado e Torno. Dall’altro il mio personalissimo background culturale che nasce, cresce e si sviluppa all’interno del mondo delle imprese.

Un atteggiamento che risulta scomodo per alcuni e che, al contrario, ha un grande valore per altri. SCOMODO per chi preferisce uniformarsi ad un modo di fare informazione dove i dati non si controllano e sono visti come assolutamente veri senza nessuna attenta verifica. Di VALORE per chi invece vuole capire come muoversi all’interno di un mondo dove ultimamente sembrea vigere la regola, da parte di alcuni, di sottovalutare l’intelligenza delle persone.

Essendo nato e cresciuto in un’impresa mi sono portato dietro una visione del mercato dove la trasparenza e la correttezza dovrebbe essere la regola. Regola che spesso non viene seguita proprio da coloro che si proclamano “primi della classe”.

Sia da un punto di vista di una presenza commerciale che annuncia determinati valori salvo poi rinnegarli nei fatti. Così come da un punto di vista dei contenuti tecnici dove marchi che si autodefiniscono “premium brand” sono in realtà allineati verso il basso. Senza però scordare annunciate superiorità tecnologiche e assistenziali che, alla prova del campo, rientrano né più, né meno, nella media del mercato.

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Una visione che non sopporta l’ipocrisia

In buona sostanza non mi piace affatto l’ipocrisia. Così come non piace all’editore che, anche in altri settori, ha sempre percorso la strada della massima apertura verso una visione dove non ci si nasconde dietro ad un dito.

Ovvio che questo modo di pensare ad alcuni non piaccia. E spesso si tratta proprio di quelle realtà che hanno una visione del mercato alla Marchese del Grillo dove la famosa frase “Io sono io e voi non siete nessuno” (per parafrasare in modo elegante) risuona sempre più spesso.

In questo mio personalissimo ma, da quel che riscontro, apprezzato modo di affrontare la comunicazione di settore ho alcuni punti fissi che spero di aver trasmesso in chi segue e-Construction. La verifica dei dati che i costruttori forniscono nei loro comunicati. Spesso inesatti e, nel caso del trend dell’elettrificazione delle macchine, altrettanto spesso non sostenibili da un punto di vista fisico.

La visione dei contenuti tenendo bene a mente tecnologia, tecnica, struttura delle macchine e comportamento sul campo. Un modo di vedere che mi appartiene in toto e che in Vado e Torno è di casa nel mondo dei camion e dei trattori agricoli. Detto questo non posso che augurare a tutti voi che ci seguite un 2024 ricco di salute, felicità e tanta operosità.

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Costantino Radis è il cuore di e-Construction

Cosa ne penso

Costantino Radis

QUANDO SI DIALOGA CON LE IMPRESE SI HA UNA VISIONE PRIVILEGIATA SUL MERCATO. UN PUNTO DI OSSERVAZIONE CHE AD ALCUNI NON PIACE PERCHE’ GETTA UNA LUCE SU COMPORTAMENTI IPOCRITI

Una telefonata arrivata l’altro giorno ha provocato quello che la mia insegnante di Analisi I chiamava “L’affilatura dei coltelli”. Ho una visione del mercato che mi porta a dialogare con le imprese. A capire insieme a loro i problemi e le opportunità del mercato. Un punto di osservazione che metto a disposizione di tutti, in modo gratuito, con una forte presenza social. In cui quando scrivo qualcosa di scomodo c’è solo un’azienda che puntualmente alza il telefono per lamentarsi. Salvo invece complimentarsi quando le “cannonate” sono indirizzate ad altri. Questa si chiama ipocrisia.

Ci sono aziende che non guardano in faccia nessuno. Ma che non ammettono di essere criticate quando sono colte in fallo nel momento in cui vanno contro dei "valori" che, a parole, difendono ardentemente ogni giorno. Per l'appunto. A parole.

Mi è capitato recentemente di commentare nei social un post che riguardava una vendita di una macchina. Un commento in cui facevo riferimento al prezzo applicato per rendere chiaro che le quote di mercato, quando non si hanno, si comprano. Una regola che anche "i primi della classe" seguono quando cercano di entrare in una zona particolarmente difficile per loro (come nel caso del Piemonte occidentale) e che prescinde dal brand e dal presunto valore intrinseco delle macchine.

Questo mio intervento ha portato ad una telefonata che personalmente ritengo non tanto sgradevole quanto inopportuna.

Inopportuna per alcuni motivi. Il primo è che se si è convinti della propria strategia commerciale non ci dovrebbero essere commenti social di nessun genere che possano scalfire la propria linea di condotta.

Il secondo è che appare evidente, invece, come determinate scelte facciano venire a galla i reali valori in campo delle proprie macchine. Da un lato il fatto di avere un prodotto evidentemente costruito per costare poco al costruttore. Non si tratta di una valutazione soggettiva ma oggettiva e confermata anche, in separata sede, da alcuni tecnici del costruttore stesso. Questo consente quindi di avere una marginalità elevatissima legata da un lato ai contenuti, dall'altro al fatto di aver delocalizzato la produzione in paesi estremamente competitivi da un punto di vista dei costi.

Ed è proprio questo il punto. La marginalità. Se da un lato è infatti vero che le aziende devono guadagnare per poter crescere e investire, dall'altro occorre che ci sia un'etica dell'impresa che, evidentemente, nell'azienda in questione sembra latitare.

Detto questo, auguro a tutti voi un felice e prospero 2024. Con la promessa che, personalmente, non cambierò di una virgola il mio modo di essere. Perché ci sono cose più importanti del denaro. Ma soprattutto perché personalmente "ci metto la faccia".

Mentre altri la faccia la perdono. E la cosa peggiore è che la perdono "per conto terzi", ossia per un'azienda che non guarda in faccia nessuno. Nemmeno loro in caso di difficoltà. E su questo, forse, dovrebbero pensarci prima di alzare il telefono e disturbare le persone all'ora di cena.

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