HIDROMEK. Il primo HMK390NLCHD con braccio triplice lavora sulle Alpi Cozie
HIDROMEK propone il braccio triplice su tutti i suoi modelli fino alle 42 tonnellate di peso operativo. Il primo HMK390NLCHD con questa soluzione, visto ad Intermat 2024, è stato venduto in Italia ed opera sulle Alpi Cozie nelle cave di pietra di Luserna.
HIDROMEK non ha mai nascosto la propria vocazione verso il mercato europeo. Una filosofia costruttiva in cui la qualità del prodotto, le soluzioni mirate al contenimento dei consumi e l’elevata robustezza hanno portato in modo del tutto naturale ad avvicinarsi alle esigenze delle imprese europee. Si tratta di una visione che ha visto entrare in gamma escavatori idraulici con allestimenti diversificati. Tra cui lame e bracci posizionatori anche su modelli normalmente ignorati da altri brand. La lama è infatti disponibile dalle 14 alle 34 tonnellate di peso operativo. Mentre il braccio posizionatore è presente su tutti i modelli fino alle 40 tonnellate.
All’ultima edizione di Intermat si è infatti visto l’Hidromek HMK390NLCHD con braccio triplice. Un modello da 42 tonnellate di peso operativo pensato appositamente per i mercati che insistono sull’arco alpino. Non è quindi un caso se il primo esemplare prodotto dal costruttore turco è in azione proprio in Italia. Per la precisione nel bacino estrattifero della Pietra di Luserna al confine tra la provincia di Torino e quella di Cuneo. Siamo dunque sulle Alpi Cozie nella zona dove si estrae un duro gneiss di grande valore e durezza.
HIDROMEK
Il primo HMK 390 NLCHD con braccio triplice è stato venduto in Italia
Il posizionatore secondo Hidromek
Il costruttore turco ha introdotto il braccio con posizionatore già nella precedente serie Gen3 sul modello HMK220NLC. Dalla successiva serie H4 è comparso su tutti i modelli: HMK140, HMK145SR, HMK230, HMK310 e ora anche HMK390. Con una geometria di lavoro che mantiene quell’escursione e quell’efficienza operativa a cui gli operatori sono stati abituati dai tempi della Fiat-Hitachi. Caratteristiche che Hidromek ha mantenuto pienamente anche nell’HMK390 riprendendo il disegno dei modelli più piccoli.
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Il costruttore turco propone il posizionatore su tutti i modelli fino a 42 tonnellate
Una scelta di contenuti
La prima macchina di questo tipo costruita e venduta dal costruttore turco è quindi in azione proprio in Piemonte. La regione subalpina non solo ha dato origine all’escavatore idraulico grazie ai fratelli Bruneri, ma ha anche visto la nascita del braccio con cilindro posizionatore con la Simit. Un’invenzione che rimase brevetto esclusivo del costruttore torinese per svariate decine di anni.
La BRUNO FRANCO Enrico è un’azienda che si occupa della coltivazione di diverse cave nel bacino della pietra di Luserna. Una coltivazione che ha sostanzialmente le stesse fasi operative di altri importanti siti estrattivi. Con la differenza di spazi operativi molto ridotti. Qui hanno avuto una grande fortuna proprio le macchine con il braccio posizionatore. Sono presenti macchine con il monoblocco solo in alcune cave, le più grandi, che utilizzano escavatori con pesi operativi oltre le 50 tonnellate.
La scelta dell’Hidromek HMK390NLCHD con questo tipo di braccio è stata dettata dai contenuti della macchina. Oltre al braccio triplice parliamo quindi di un escavatore con 42 tonnellate di peso operativo. In grado quindi di movimentare i blocchi di pietra più grandi (circa 30 tonnellate) grazie al baricentro del carico che arretra proprio grazie al posizionatore.
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Nelle cave di Luserna la presenza di macchine con il triplice è consolidata da decenni
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Nelle cave di Luserna il trasporto dei blocchi avviene con gli escavatori
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Il peso operativo di 42 tonnellate ed il braccio triplice permette di operare in modo agile con i blocchi
Un mercato specializzato
Gli escavatori Hidromek non sono “visi nuovi” nelle cave di pietra di Luserna. Ad oggi, infatti, sono presenti questo HMK390, un HMK370, due HMK310 (di cui uno triplice ed uno mono), un HMK500 ed un HMK520. Questi ultimi due nella stessa cava. Una buona diffusione, quindi, tenendo conto di una tradizione locale che vede marchi molto prestigiosi e consolidati vantare una presenza ultradecennale. Molti di questi proprio con macchine della classe da 35 tonnellate con braccio posizionatore.
“Ho visto i primi Hidromek nelle cave della zona” spiega Enrico BRUNO FRANCO, titolare della omonima azienda “e sono rimasto molto incuriosito dal livello di cura costruttiva e dall’impostazione strutturale. Ho poi avuto modo di parlare con i miei amici/concorrenti che li hanno acquistati e di provarli nello stesso contesto operativo in cui lavoriamo ogni giorno. Ci sono macchine che, infatti, hanno già accumulato qualche migliaio di ore di lavoro senza problemi sostanziali. Al contrario noi e altre cave abbiamo avuto, con altri costruttori, problemi alle catenarie e ai pattini. La nostra modalità estrattiva, causa anche la mancanza di spazio che non consente l’uso delle pale gommate, ci obbliga infatti a trasportare i blocchi nelle zone di carico con gli escavatori. Percorriamo quindi parecchi chilometri all’anno con la traslazione”.
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Il triplice permette di muoversi in spazi ridotti
Una carpenteria pensata per i lavori gravosi
E continua “Il carro è quindi un elemento fondamentale per chi lavora in queste cave. E fino ad ora pochi costruttori si sono dimostrati all’altezza delle aspettative senza dare problemi. Fra questi c’è Hidromek. Diciamo che la fiducia nel marchio, nel nostro caso, riguarda il fatto che l’HMK390 con braccio triplice è stato il primo in assoluto ad essere venduto dal costruttore turco. La macchina è in cava dall’inizio dell’estate scorsa e fino ad ora ne siamo molto soddisfatti“.
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Le cave di Luserna sono nel pieno delle Alpi Cozie al confine tra la provincia di Torino e quella di Cuneo
Lavorare in souplesse
“Utilizzo in prima persona questo escavatore” spiega Enrico BRUNO FRANCO “potendo quindi fornire una prima valutazione. Apprezzo prima di ogni cosa la struttura della macchina. E’ molto equilibrato, stabile e pensato per lavorare nella roccia. L’idraulica è molto fluida e sensibile. Lavoro sempre a 1.500 giri/min con un consumo molto basso ed un ottimale sfruttamento della coppia del propulsore. La forza di strappo e di sollevamento, anche grazie al posizionatore che mi permette di accorciare il braccio spostando il baricentro all’indietro, mi permette di movimentare i blocchi da circa 30 tonnellate. Tutte operazioni che con l’escavatore precedente non riuscivo a fare”.
Continua “Ad oggi stiamo andando verso le 400 ore di lavoro. Tenendo conto che, mediamente, ne lavoriamo circa 600 all’anno, abbiamo già un parametro significativo per quanto riguarda la nostra realtà. Ad oggi il consumo medio oscilla intorno ai 15 litri/ora. A mio parere Hidromek ha effettuato un equilibrato mix fra motore e impianto idraulico. Pur lavorando ad un numero di giri basso la macchina “strappa” i blocchi senza problema. Quando ha bisogno di una maggiore forza aumenta i giri/minuto in modo automatico passando da circa 1.500 a 1.650 giri. E poi torna ad abbassare il règime”.
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Il triplice permette di lavorare in modo flessibile e veloce nella movimentazione dei blocchi
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Il braccio triplice permette di lavorare in modo più comodo rispetto al mono
Un escavatore semplice da utilizzare
E conclude “Idraulicamente riesco a compiere tutti i movimenti contemporaneamente movimentando i blocchi in modo fluido. Un bel vantaggio quando carico i camion sia con i blocchi per pietra ornamentale, sia per quelli da scogliera. In buona sostanza è una macchina che non stanca l’operatore e che, una volta alla guida, ti trasmette le sensazioni di un escavatore più grande della sua dimensione ma con una semplicità di utilizzo di un mezzo più piccolo. Devo dire che nel corso della trattativa ho avuto molte titubanze pur sapendo che Hidromek è un costruttore che nasce in un contesto molto duro come le cave della Turchia. Ma oggi ogni dubbio è definitivamente caduto”.
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Enrico BRUNO FRANCO coltiva diverse cave nel bacino di Luserna ed utilizza il nuovo HMK390 in prima persona