JCB 245XR, big short-radius
La serie X di JCB ha spostato in alto l'asticella delle macchine del costruttore inglese. Confermando contenuti di grande interesse in un design completamente nuovo. Come il 245XR, short-radius della classe 25 ton.
JCB 245XR è un escavatore della classe 25 ton che presidia l’interessante mercato degli short-radius. Un mercato in crescita che il costruttore britannico ha sempre presidiato con modelli dai contenuti molto interessanti. Una “nicchia” nemmeno troppo piccola che storicamente è stata inventata dai costruttori giapponesi. Ma in cui JCB si è messa in mostra con una storicità fatta di modelli equilibrati, piacevoli alla guida e dalle prestazioni molto interessanti.
Con il 245XR, presentato nel corso del 2021, JCB ha portato la Serie X nella classe short-radius delle 25 tonnellate. Macchine con carro largo 3 metri, quindi, che puntano a un target di aziende dove prestazioni e produttività non rinunciano a operare in spazi ristretti. O che, più semplicemente, devono rispondere a una visione cantieristica dove agilità e sicurezza siano premianti.
Nei fatti si tratta di una classe di macchine dove è possibile trovare livelli produttivi superiori con ingombri molto contenuti. Che permettono di operare in gallerie, cantieri urbani o lungo le corsie autostradali mantenendo ritmi produttivi elevati. Consentendo anche di movimentare manufatti importanti ma sempre con un occhio agli ingombri operativi.
La visione short-radius di JCB
Con il 245XR abbiamo un escavatore disponibile sia in versione monoblocco, sia con triplice articolazione. Una tipologia di braccio, quest’ultima, che mette in evidenza come JCB punti in modo chiaro a mercati che vogliono questo tipo di configurazione. Come il mercato italiano ma con richieste sempre più pressanti da parte francese, svizzera, tedesca e austriaca. Una polivalenza che, unita alla torretta a ingombro ridotto, permette di aumentare ancora di più la produttività di questo interessante modello.
La disponibilità dei due bracci porta il peso operativo a variare da 25.292 kg fino a 26.003 kg. A cui occorre aggiungere eventuali 1.588 kg per la lama opzionale. Portando quindi il peso operativo del JCB 245XR a 27.591 kg per la versione triplice con lama di spianamento. Ossia la configurazione più diffusa nel nostro paese. Stiamo quindi parlando di un escavatore che si avvicina molto alla fascia delle 30 ton e che, quindi, può “alzare la voce” quando lo si colloca, ad esempio, in una galleria.
Il motore è sempre JCB. Stiamo parlando dell’apprezzato DieselMAX 448 Stage V che eroga 129 kW (173 cv) e dispone di una coppia massima di 690 Nm @ 1.500 giri/min. JCB ha sempre lavorato operando sull’efficienza di iniezione e combustione arrivando allo Stage IV senza l’impiego del DPF. Dispositivo che ora è entrato a far parte della dotazione del DieselMAX 448 ma che è integrato in un modulo dove sono presenti anche SCR e DOC. Una presenza “leggera”, quindi, a garanzia di costi di manutenzione contenuti nel tempo portando avanti un’apprezzata tradizione del costruttore.
Un’idraulica che arriva da lontano
L’impianto idraulico dispone di una doppia pompa a portata variabile che fornisce 228 x 2 l/min. Un totale di 456 l/min che posiziona il JCB 245XR nella parte alta del mercato. Ma uno dei punti forti riconosciuti da tempo dal mercato è sicuramente la controllabilità. Valore che dalla serie JS, ancora presente sul mercato, si è trasmesso in toto alla nuova Serie X. Con una “pastosità” e precisione che gli addetti ai lavori hanno apprezzato fin da subito. La storia degli escavatori JCB di ultima generazione, d’altronde, è iniziata con la joint-venute degli anni ’80 con Sumitomo. Una scuola che il costruttore britannico ha fatto pienamente propria.
Oggi il 245XR opera con la rigenerazione dei flussi fra braccio e avambraccio e la regolazione della priorità braccio/rotazione. Elemento che permette di aumentare l’efficienza nelle operazioni di carico. Sono disponibili 10 impostazioni per le attrezzature. In opzione è possibile regolare pressioni e portate direttamente dal monitor di controllo. I joystick possono essere dotati di cursori proporzionali in accoppiamento con il pedale elettronico. E’ inoltre possibile avere lo scambio dei comandi ISO/SAE per andare incontro a diversi tipi di abitudini. Il Power Boost (funziona con il singolo tocco di un pulsante sul joystick.
JCB Command Plus, un concetto trasversale
Il posto guida ha segnato una tappa fondamentale nella storia di JCB. Stiamo parlando del concetto Command Plus che accompagna non solo gli escavatori idraulici ma tutte le macchine del costruttore. Dai sollevatori telescopici ai trattori passando per le pale gommate. Ergonomia curata nei dettagli, qualità dei materiali utilizzati e design sono oggi un punto di riferimento in tutto il mercato. L’architettura short-radius non ha penalizzato la dimensione della cabina che rimane quella standard dei Serie X convenzionali. All’interno la pressione sonora è di 69 dBA, un valore molto basso paragonabile a una berlina di alto livello a velocità di crociera.
Il sedile di guida riscaldabile di serie è sospeso insieme alle due consolle laterali. Che a loro volta sono regolabili in modo indipendente. In questo modo gli operatori possono adattare il posto guida alla propria corporatura. I parametri di controllo e regolazione della macchina sono visibili sul monitor da 7”. La visibilità è assicurata dalle superfici vetrate ampie e regolari. Con quella sul tettuccio fissa e dotata di tergicristallo. All’interno è presente anche un vano isotermico per un portavivande. A richiesta il sedile può essere dotato di ventilazione, sospensione pneumatica e supporto lombare elettrico.
Uno short-radius pensato per essere short-radius
Il mercato degli short-radius è competitivo e frequentato da costruttori agguerriti. JCB ha fatto uno studio approfondito sulle problematiche a cui potrebbero andare incontro queste macchine. In primis gli urti e i danni tipici di chi lavora in spazi ristretti. Il design complessivo della torretta tiene in gran conto questi elementi fondamentali. La forma svasata inferiore del contrappeso è pensata per limitare gli urti. L’angolo anteriore destro della torretta ricade all’interno del raggio di rotazione per evitare danni e graffi.
Tutti gli sportelli sono incassati rispetto al profilo esterno del contrappeso in modo da limitare i possibili danni. L’architettura short-radius non penalizza le prestazioni. Anzi. Se possibile le valorizza aggiungendo il valore della compattezza. A fronte di una forza di scavo di 148 kN (15.100 kg) e una forza di strappo di 125 kN (12.750 kg) abbiamo infatti una capacità massima di sollevamento di 18.167 kg a 1,5 metri di sbraccio e 4,5 metri di altezza con braccio versione triplice articolazione. Un valore che pone il JCB 245XR a livello di macchine convenzionali di pari classe.
Una corretta impostazione di base che, come abbiamo anticipato, deriva da un’esperienza positiva del costruttore in questo tipo di escavatori. Con la Serie X si è ulteriormente affinata un’impronta che, già con le precedenti serie JS, aveva colpito nel segno. I contenuti attuali permettono al costruttore britannico di competere senza timori reverenziali con i più blasonati costruttori di escavatori idraulici del mercato.