Macmoter e Alois Johann Haringer, il genio innovatore
Macmoter fu un marchio che scrisse diverse e importanti pagine di storia del movimento terra. Alois Johannes Haringer fu il geniale "patron" di questa azienda che visse, nel bene e nel male, in simbiosi con il suo fondatore. Haringer è venuto a mancare il 12 agosto 2022.
Macmoter è un nome oggi non più così conosciuto. Soprattutto ai giovani appassionati del nostro settore. Parlare quindi di Alois Johann Haringer è ancora più complesso. Soprattutto dopo che questo genio innovatore è venuto a mancare il 12 agosto 2022. Se ne va una delle persone sicuramente più controverse del panorama internazionale del movimento terra. Figura di spicco che ha contribuito a portare il nostro paese all’avanguardia in questo specifico settore.
Possiamo sicuramente definirlo un genio innovatore. E come tutti i geni, probabilmente, non ha saputo rapportarsi con un mondo in forte evoluzione. Macmoter, la sua creatura con sede a Modigliana, fu al tempo stesso fucina di idee e di macchine innovative. Ma il suo sviluppo fu limitato proprio dal modo di essere istrionico del suo incredibile fondatore. Come molte altre aziende italiane anche questa si identificava, nel bene e nel male, nel suo “padre e padrone”.
Macmoter
L’azienda di Modigliana introdusse notevoli innovazioni nel settore
La differenza con gli altri costruttori nazionali fu però rappresentata dai contenuti realmente innovativi. Accompagnati da un’affidabilità incredibile. Contenuti che fecero diventare Macmoter fornitore OEM di O&K e Fiatallis. Ma che non bastarono, però, a garantirne la salvezza quando i contratti vennero meno.
Macmoter
La collaborazione con O&K durò a lungo e il costruttore fornì la gamma di escavatori compatti e midi
Alois Johann Haringer, il carattere del “self made man”
Classe 1931, Alois Johann Haringer era originario del Trentino Alto Adige. Dopo le ultime negative traversie della Macmoter si era ritirato a vivere a Novacella, vicino a Bressanone, dove poi è venuto a mancare all’età di 91 anni.
Fu un protagonista non solo nel movimento terra ma anche con i suoi quattro prototipi tubolari di fuoristrada motorizzati Mercedes Benz V8. Macchine da corsa off-road pensate per i grandi raid internazionali come la Parigi-Dakar.
Macmoter
Alois Johannes Haringer fu anche appassionato pilota e costruì alcuni prototipi tubolari con motorizzazione Mercedes Benz V8
Alois Johann Haringer si identificava con la Macmoter. L’azienda costruì prevalentemente macchine compatte con una visione che, per l’epoca, fu di assoluta avanguardia. I primi midi escavatori, sia gommati che cingolati, dotati di braccio posizionatore, brandeggio e lama, furono proprio i Macmoter. Che aprirono la strada verso un mondo che, allora, era forse in grande anticipo sui tempi.
Macmoter
Alois Johannes Haringer davanti alla LC200 e al D140M negli ultimi momenti prima che l’azienda chiudesse definitivamente
Macmoter, fucina di idee
Un altro prodotto innovativo furono le pale cingolate compatte idrostatiche con braccio a geometria a “Z”. Macchine che ancora oggi sono attive in moltissimi cantieri e i cui proprietari sottopongono ad una accurata manutenzione per mantenerle in piena efficienza. Aprirono la strada alla LC200, pala cingolata con un peso operativo di circa 20 tonnellate che avrebbe dovuto entrare nella gamma New Holland Construction. Progetto che non ebbe un seguito per motivazioni che tutti ben conosciamo.
Da un lato il carattere vulcanico di Haringer, non troppo propenso a cedere ai compromessi, dall’altra un management i cui risultati, ad anni di distanza, sono sotto gli occhi di tutti.
La collaborazione con CNH si concretizzò anche con il trattore idrostatico TK130. Una macchina dalle enormi potenzialità che non diede risultati all’altezza delle aspettative. I contenuti erano di rilievo, così come sulle altre macchine Macmoter. Ma probabilmente la stessa New Holland non investì energie nel progetto quanto ci si sarebbe aspettato. I commenti su questa macchina erano tutti estremamente positivi. A partire dall’impostazione per finire con il comfort, equiparato a quello di un trattore gommato.
Macmoter
La LC200 fu protagonista di un possibile rientro di New Holland Construction nelle pale cingolate
Castoro, il primo skid-loader monobraccio
Oggi tutti noi conosciamo le minipale JCB con la loro impostazione di guida unica sul mercato grazie al monobraccio. Eppure la prima macchina con quel tipo di soluzione fu proprio la Macmoter Castoro. Un mezzo spartano ma, anche questa volta, dai contenuti di assoluta avanguardia.
A volte fu proprio l’impostazione estremamente “sobria” e poco incline alla ricerca di un design accattivante a fermare la diffusione delle macchine Macmoter. Dietro contenuti di livello, come nel caso delle Castoro o del midi escavatore girosagoma presentato a Bauma 2007, c’era infatti sempre un design e un’ergonomia rimasta da tempo al palo. E spesso vittima delle convinzioni o del carattere non semplici di quel genio che era Alois Johann Haringer.
Macmoter
Il D140M era una macchina molto valida ed equilibrata e si rifaceva sulla lunga esperienza del costruttore nelle macchine idrostatiche
Macmoter e le “questioni” con Volvo CE
Ebbi l’opportunità, immediatamente prima che Macmoter fallisse, di fare visita alla sede di Modigliana ospite di Haringer. Insieme al collega Paolo Raffaelli provai sia la LC200, pala gommata idrostatica di grandi dimensioni, sia il dozer idrostatico D140M. Due macchine che stavano molto a cuore ad Haringer e che potevano seriamente rappresentare la salvezza aziendale.
La LC200 per la possibilità che New Holland decidesse di continuare nel mercato delle pale cingolate rendendola l’erede della allora FL175. Una pala che tutti ben conoscono e che si basava sulla struttura immutata da decenni della FL14. Era infatti appena uscita di scena con gli ultimi esemplari brandizzati Fiat-Kobelco. Sappiamo tutti molto bene come sia andata a finire.
Macmoter
Il PL200 era il modello più piccolo di posatubi sviluppato dal costruttore
Haringer ci raccontò invece del D140M e del PL400. Due prototipi nati, come ci disse, da un pre-accordo con Volvo CE che si era dimostrata interessata ad entrare nel mercato dei dozer e dei posatubi. Il PL400 infatti era una macchina che usciva dai parametri consueti dei posatubi attuali ed aveva alcune intelligenti intuizioni da poter applicare agli escavatori idraulici.
Da quel che ci raccontò Alois Johann Haringer in seguito tutto sfumò. Il vulcanico imprenditore si ritenne addirittura frodato dal grande costruttore. Su tutta la questione non ebbi più modo di avere notizie ma, quel che è certo, è che Volvo si presentò sul mercato con la propria linea di posatubi. Che presentavano moltissimi punti in comune proprio con il PL400. Più volte Haringer espresse amarezza e delusione per questo comportamento. Dopo poco la Macmoter fallì e Alois Johann si ritirò definitivamente a vita privata a Novacella, vicino a Bressanone. Dove trascorse con i suoi cari gli ultimi anni di questa incredibile e avventurosa vita da “genio innovatore”.
Macmoter
Il PL400 fu al centro di una questione con Volvo CE insieme al dozer D140M , prototipi, a dire di Haringer, sviluppati per conto del costruttore svedese