MAN TGS 41.510, faccia da duro. Il quattro assi del Leone alla prova in cava: le nostre impressioni
Lo specializzato del Leone si conferma perfettamente a suo agio sul terreno off road più insidioso, senza tuttavia rinunciare a una sobria eleganza finalizzata all’efficienza. E con l’ultima release alza l’asticella della funzionalità
Vuoi per la prolungata e poco brillante stagione del settore cava cantiere imbrigliato in una crisi che in Italia si è tradotta in un tracollo delle vendite, ma anche da un anno e mezzo abbondante a questa parte per le limitazioni e le problematiche imposte dalla pandemia, fatto sta che da tempo non salivamo a bordo del MAN TGS, lo specializzato del Leone di Monaco per le mission off-road. L’ultima prova, infatti, risaliva addirittura alla primavera del 2015 (Vado e Torno n.3), sei anni fa. Con tutto quel che in questo periodo è accaduto in Italia e nel mondo, un’era geologica fa.
MAN TGS, in cabina è tutto nuovo
Con il lancio della nuova generazione di pesanti Man a inizio 2020, poco prima che il mondo cominciasse la battaglia più difficile contro il Covid, l’occasione per riannodare i fili del discorso mettendo sotto esame il nuovo Tgs, era per noi imperdibile. Eccoci dunque, in un’assolata, caldissima giornata di primavera inoltrata, al volante del quattro assi 8 per 4, allestito con vasca ribaltabile Andreoli e equipaggiato con la cabina ridenominata Nn, vale a dire la versione più corta di 1.880 millimetri di lunghezza esterna per 2.240 di larghezza (1.770 e 2.070 millimetri, quelle rispettive interne), con tetto normale.
Soluzione ideale a garanzia della migliore allestibilità. E proprio in cabina si concentrano importanti novità. Rispetto al precedente modello, infatti, cambia completamente il layout: la plancia abbandona la forma sostanzialmente lineare per assumerne una, più elegante e ricercata, che idealmente abbraccia l’autista, e a lui rivolge comodamente interruttori e comandi. Compreso quello del freno di stazionamento elettronico. In termini di funzionalità e praticità, il balzo è notevole.
Un paio di soluzioni inedite
E poi c’è il digital cockpit da 12,3 pollici, il volante con i comandi integrati, l’inedito Smart Select, completo di poggiapolso, che consente di navigare nel sistema multimediale. E per non farsi mancare nulla, sulla tasca della porta autista, un set di quattro interruttori (programmabili a scelta) comandabili dall’esterno, cioè da terra. Insomma, a bordo del Tgs 41.510 si respira un’atmosfera diversa, chiaramente improntata al comfort dell’autista, alla necessità di garantirgli una postazione di lavoro che agevoli l’operatività nel quotidiano, riducendo lo stress. Il discorso porta dritto alla sicurezza.
Tema importantissimo sempre e in ogni situazione, ma che le insidie e le difficoltà di un terreno off-road quale è quello di una cava rendono ancora più strategico. Ebbene, il Tgs non scende a compromessi in materia. A una driveline collaudata e dal rendimento eccellente in termini di efficienza, si affianca un ricco bouquet di sistemi e funzioni di assistenza (Ebs, Esp, Asr, Ldws, Eba, Abs, e mettiamoci pure il freno motore Evbec) che sorveglia e interviene in caso di necessità.