Material handler. Il cuore produttivo delle aziende di settore in mostra ad Ecomondo
I material handler sono il cuore produttivo delle aziende che si occupano del riciclo e trattamento di metalli e rifiuti. Macchine che devono sostenere ritmi produttivi intensi in ambienti spesso molto ostili dove polveri e materiali movimentati mettono a dura prova motori, impianti e operatori. Le soluzioni per aumentare comfort e produttività spaziano a 360°.
Material handler, presenze che rappresentano i veri “angeli custodi dei centri di recupero dei metalli e degli impianti di trattamento dei rifiuti. Macchine fondamentali per garantire cicli produttivi intensi e garantire una logistica efficiente sia nel carico, sia nella gestione dei cumuli di materiale.
Mobilità, sbracci elevati, cabine rilazabili, sono i must di questi mezzi la cui impostazione deriva dagli escavatori idraulici di cui mantengono efficienza ed economia di esercizio. Ma che non sempre condividono soluzioni idrauliche e strutturali. In effetti non tutti i costruttori derivano i propri material-handler dagli escavatori e quei pochi che lo fanno sono in grado di fornire ai clienti macchine con prestazioni elevate. Questo comporta non solo prestazioni di rilievo ma anche una lunga durata nel tempo ed un’affidabilità che soddisfa le aziende più esigenti.
Esistono poi anche le eccezioni. Infatti alcuni marchi specializzati nella sola costruzione di questi mezzi si sono imposti sul mercato per il livello tecnologico e prestazionale. Diventando spesso anche un punto di riferimento per le loro soluzioni studiate ad hoc in questo tipo di applicazioni.
Material handler, alcune macchine presenti sul mercato
La panoramica di mercato potrebbe essere ampia e diversificata. Ci siamo concentrati su alcuni costruttori che condividono un’impostazione di base mirata alla specializzazione senza rinunciare ai principi di base di affidabilità e durata.
DEVELON
Il costruttore coreano si presenta sul mercato con due material handler. Nello specifico abbiamo il DX230WMH-7 da 24 tonnellate di peso operativo e il DX250WMH-7 da 25,6 tonnellate. Entrambi hanno come base di partenza gli apprezzati escavatori gommati Develon. Il target principale è ovviamente la movimentazione di rottami metallici e altri rifiuti solidi. Entrambi sono provvisti di carro HD, stabilizzatori anteriori e posteriori con braccio specificamente progettato per la movimentazione industriale.
La dotazione di serie prevede una specifica protezione in acciaio sull’avambraccio per salvaguardare le tubazioni ausiliarie e fornire un appoggio in fase di trasporto. La motorizzazione è il motore a 6 cilindri di ultima generazione DL06V che eroga 141 kW (189 cv) a 1900 giri/min. L’ottemperanza allo Stage V avviene con SCR, DOC e DPF. L’altezza massima raggiunta dal pavimento della cabina è pari a 3,755 m. Ossia un dislivello di due metri e mezzo rispetto alla macchina standard. Il cinematismo di sollevamento prevede una struttura che sfrutta completamente la larghezza della cabina garantendo la massima inerzia laterale.
Oltre a questo i cilindri che sollevano la cabina lavorano nella loro massima estensione garantendo il massimo effetto ammortizzante. La configurazione del braccio prevede diversi allestimenti. E’ quindi possibile scegliere tra braccio dritto e a collo d’oca a seconda dell’applicazione e delle preferenze. Il DX230WMH-7 è progettato per gestire carichi standard mentre il DX250WMH-7 è invece dotato di un braccio più lungo. A questo si accompagna un contrappeso aggiuntivo da 1,2 tonnellate. Si tratta di fatto di due versioni che nascono dalla stessa base ma che hanno comportamenti dinamici e capacità operative differenti.
DEVELON
Il modello DX250WMH-7 è la versione con sbracci e carichi operativi più elevati
SENNEBOGEN
Sennebogen è proprio uno di quei costruttori specialisti che, nonostante non costruisca escavatori idraulici (ma lo faceva in un passato nemmeno troppo lontano) è diventato uno dei punti di riferimento globali nel settore. La gamma di material handler comprende una gamma che non solo comprende modelli gommati e cingolati. Ma spazia anche in pesi operativi, versioni e tipologie di bracci in grado di coprire ogni specifica esigenza delle aziende che si occupano non solo di recupero e trattamento dei rifiuti ma di movimentazione in genere.
Le diverse gamme del costruttore bavarese vanno infatti dalla movimentazione dei metalli per arrivare a quella del legno passando per i rifiuti generici. Oltre a fornire soluzioni efficienti per il carico di navi, treni e per l’alimentazione in continuo di impianti specializzati. Oggi l’offerta Sennebogen è in grado di offrire azionamenti di ogni genere. Dai modelli convenzionali con motorizzazioni diesel a basso impatto ambientale fino a mezzi elettrificati. Questi ultimi possono essere alimentati sia dalla rete distributiva dell’energia, sia tramite batterie ricaricabili. Con ricarica effettuata dalla stessa macchina o da fonti esterne. Una visione che dimostra la capacità tecnica di risolvere alcune problematiche che, ad oggi, non trova riscontro sul mercato.
SENNEBOGEN
La versione con carro a cavalletto è quella classica utilizzata nei lavori portuali
LIEBHERR
La movimentazione industriale è uno dei punti di forza del marchio tedesco. I material handler di Liebherr derivano dagli omologhi escavatori idraulici. Anche se la loro costruzione avviene, per ragioni organizzative aziendali e per specifica politica produttiva, in stabilimenti differenti e spesso con know how completamente separati. Ciò non ha comunque precluso al costruttore tedesco di essere un punto di riferimento nel mercato. L’offerta dispone infatti di macchine disponibili in versioni gommate e cingolate che arrivano a pesi e capacità operative molto elevate.
Non mancano ovviamente i material handler sviluppati su specifiche richieste dei clienti che richiedono mezzi ad alimentazione elettrica o con bracci e applicazioni speciali. Si tratta spesso di macchine cingolate che Liebherr sviluppa nello stabilimento di Colmar, in Alsazia, dove costruisce per l’appunto gli escavatori con carro cingolato. I modelli gommati arrivano invece dall’unità produttiva di Kirchdorf. Qui nascono gli escavatori idraulici della stessa famiglia. I pesi operativi dei modelli cingolati, nelle diverse versioni per la movimentazione generica o per il carico di navi, arrivano a sfiorare le 200 tonnellate. Abbiamo quindi macchine dalla produttività e dalla capacità operativa molto elevate. Gli sbracci arrivano fino a 30 metri a fronte di carichi in punta, su sbracci medi, che possono superare le 20 tonnellate.
LIEBHERR
Il costruttore tedesco è presente con una gamma che spazia su modelli gommati e cingolati. Con questi ultimi che sono la base per applicazioni speciali
ATLAS
Il costruttore tedesco ha sede a Ganderkesee e sta attualmente ritrovando uno smalto che aveva parzialmente perso. Dopo la prematura scomparsa di Fil Filipov, artefice del rilancio dello storico marchio, l’azienda è tornata ad ampliare la propria rete commerciale e a lanciare nuovi modelli di macchine. Soprattutto nel campo dei material handler dove rappresenta un punto storico di riferimento.
Pur essendo un apprezzato costruttore di escavatori gommati e cingolati, Atlas è infatti riconosciuto come uno dei migliori player nel campo della movimentazione industriale. I propri modelli lottano ad armi pari con alcuni “mostri sacri” del mercato, anch’essi tedeschi, grazie a macchine e tecnologie di alto livello. Fra le new entry vi è il 200MH accu dal peso operativo di 20 tonnellate.
Si tratta di una macchina che si inserisce in una fascia di mercato estremamente vivace e che copre applicazioni a tutto tondo che vanno dalla classica movimentazione dei rifiuti, al legname fino al recupero di rottami metallici. E’ un material handler completamente elettrificato azionato da una batteria agli ioni di litio dalla capacità di 115 kW/h. Il motore ha una potenza massima di 140 kW ed il carica batterie di serie ha una capacità di 11 kW/h. In un impiego medio tipico di una macchina di queste dimensioni l’Atlas 200MH accu è in grado di operare per circa 5 ore dopo cui è necessario ricaricare la batteria.
ATLAS
Il nuovo 200MH accu è un modello elettrificato con alimentazione a batteria agli ioni di litio
HIDROMEK
Il costruttore di Ankara è presente sul mercato con una gamma che deriva in modo diretto dagli escavatori, siano essi cingolati o gommati, e copre la fascia di peso operativo medio bassa del mercato. In totale si tratta di quattro modelli di cui tre gommati ed un cingolato. Alla base abbiamo l’HMK140WMH con un peso operativo di 17.900 kg , una potenza di 92 kW (123 cv) per uno sbraccio massimo di 9,14 metri. La cabina si solleva di 2,00 metri arrivando ad un’altezza massima al tetto di 5,23 metri. Si tratta di una macchina che deriva dal modello gommato HMK140W e che ne conserva motorizzazioni, idraulica e struttura.
La base di appoggio complessiva, con stabilizzatori completamente abbassati, arriva a 3,632 metri di larghezza consentendo quindi di muoversi in modo agevole senza nessun problema. E’ una macchina che si inserisce in una nicchia molto interessante per il mercato italiano dove molte aziende di recupero metalli e trattamento rifiuti cercano una macchina compatta ma dalle prestazioni in linea con le produzioni richieste da questo tipo di applicazioni.
Gommati e cingolati
Salendo di peso Hidromek propone due modelli che derivano dall’escavatore gommato HMK210W ma che si differenziano per il sottocarro. Stiamo parlando dell’HK210W MH e dell’HMK220W MH. Il primo ha una larghezza della base che rimane nella sagoma limite di 2,5 metri adatta per il trasporto su strada senza permessi speciali. La seconda, invece, dispone di un carro con larghezza di 2,78 metri. La base di appoggio con gli stabilizzatori completamente allargati arriva a 4,04 metri complessivi. Il raggio di lavoro è identico per entrambe le versioni con uno sbraccio massimo pari a 11,01 metri ma con l’HMK220W MH che lavora con un’agilità superiore. Infine abbiamo l’HMK230LC MH che deriva dall’omonimo escavatore cingolato. Con uno sbraccio massimo di 11,00 metri si presenta come un modello molto interessante soprattutto per le imprese di demolizione che vogliono un mezzo da cantiere in grado di muoversi ovunque.
HIDROMEK
Il costruttore di Ankara è sul mercato con modelli gommati e cingolati derivati dagli escavatori idraulici
Cosa ne penso
Costantino Radis
MATERIAL HANDLER. Si va verso una specializzazione sempre più spinta dove contenuti e tecnologie contano più del movimento terra.
Macchine specializzate a cui è richiesta produttività, durata ed affidabilità. Con i grandi costruttori generalisti che stanno cercando un proprio spazio a fianco degli specialisti di settore.
I material handler hanno sempre rappresentato una categoria a sé stante. Sia per il tipo di applicazione così specifica, sia per le aziende che li producono. Un contesto dove la presenza di molti specialisti del settore, anche italiani, ha sempre visto questo specifico comparto come un vero e proprio mondo parallelo a quello delle demolizioni e del movimento terra. Si tratta di un mercato che si sta sempre più specializzando.
Infatti anche il quadro normativo attuale che regola gli impianti di trattamento e recupero sia dei metalli, sia dei rifiuti, richiede macchine con caratteristiche molto particolari. Di fatto è un mercato "ricco", inutile nascondersi dietro ad un dito, a cui anche i costruttori generalisti si stanno affacciando proprio per entrare in una nicchia che quasi non conosce crisi.
La specializzazione è ormai sempre più spinta ed i costruttori che dispongono di una visione legata alla tecnologia e allo sviluppo di soluzioni affidabili stanno conquistando quote di mercato. Spesso occorrono infatti macchine elettrificate in postazioni fisse che siano alimentate direttamente dalla rete. In altri casi occorrono telai rialzati realizzati ad hoc per risolvere problematiche contingenti. In altri casi occorrono mezzi alimentati a batteria o ibridi.
Ebbene, chi saprà interpretare in modo snello, veloce e reattivo queste specifiche esigenze avrà in mano le carte migliori per entrare in un mercato in forte evoluzione e dove spesso il problema del budget, a fronte della soluzione di un problema, quasi non esiste. L'importante è che le macchine siano efficienti, produttive e che garantiscano affidabilità e TCO redditizi. Di fatto la specializzazione e la personalizzazione saranno i due biglietti da visita per conquistare la fiducia degli operatori di settore. Ci sono costruttori, sebbene si siano appena affacciati al settore, in grado di fare bene visti i primi passi mossi in questa intricata e così esigente nicchia di mercato. Che poi così "nicchia" non è. Sia visti i nomi presenti, sia visti i fatturati floridi con elevate marginalità.