Mecalac, a Bauma 2022 il cantiere urbano ideale
Mecalac presenterà a Bauma 2022 il proprio cantiere a basso impatto ambientale. Un vero e proprio "ecosistema" ad emissioni zero composto da tre macchine elettriche del segmento midi con il sistema di ricarica M-Power.
Mecalac già quattro anni orsono aveva presentato il suo escavatore gommato articolato e12 a funzionamento completamente elettrico. Una macchina nata dalla precisa esigenza normativa che aveva già fissato, per il 2025, il divieto di ingresso nella città di Parigi dei mezzi alimentati con motore a gasolio.
Il costruttore della Savoia non è rimasto con le mani in mano e, oggi, è di fatto il primo ad aver sviluppato una gamma completa di prodotti elettrificati di medie dimensioni. Un’offerta composta dall’escavatore e12, per l’appunto, dalla pala caricatrice swing con braccio girevole es1000 e dal dumper ed6. Macchine accompagnate dalla soluzione di ricarica in loco delle batterie ad alta potenza M-Power.
Mecalac punta quindi ai cantieri urbani compiendo significativi passi avanti nella strada verso una significativa riduzione dell’impatto ambientale. Infatti iI cambiamento climatico e la necessità di ridurre le emissioni di CO2 sono una delle principali sfide globali del 21° secolo.
Mecalac
L’escavatore e12 è stato presentato al pubblico quattro anni orsono e ora fa parte di una gamma midi composta da 3 macchine
Mecalac punta dritta al segmento “midi”
Molti costruttori di macchine movimento terra hanno presentato prodotti elettrici per limitare le emissioni di CO2. Mecalac non è quindi l’unica che si sta muovendo in questa direzione. Tuttavia le risposte date da gran parte dei costruttori è solo parziale. Infatti l’offerta è attualmente limitata a macchine di piccole dimensioni come, ad esempio, miniescavatori da 1,5 tonnellate. Si tratta di mezzi che, fra le altre cose, sono per lo più di solo supporto a macchine più grandi con motore diesel.
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Ma la gran parte della domanda insiste nel segmento midi. Una fetta di mercato che, anche grazie alle crescenti prestazioni delle macchine, sta crescendo in modo costante. Inoltre i mezzi esistenti, anche se piccoli e quindi più semplicemente gestibili, hanno ancora un’autonomia molto limitata. Si parla infatti per lo più da 1,5 fino a circa 4 ore di funzionamento. Questo non permette quindi un’intera giornata di lavoro in cantiere tra due ricariche della batteria.
L’altro grande fattore è quello psicologico. Infatti le aziende e gli operatori sono abituati a macchine con motore a combustione e di conseguenza il passaggio ai veicoli elettrici non è affatto immediato. Da questi punti cruciali Mecalac ha ricavato importanti indicazioni operative.
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Il dumper eD6 fa parte della nuova gamma di veicoli del costruttore francese
L’ecosistema a emissioni zero di Mecalac
Il costruttore francese ha quindi messo a punto un vero e proprio ecosistema completo a emissioni zero per i cantieri urbani composto da 3 macchine per 3 differenti funzioni. L’escavatore gommato articolato e12, la pala gommata con braccio girevole es1000 e il dumper e6 sono infatti complementari per lo svolgimento di tutte le operazioni di scavo, carico e trasporto.
Una gamma media che vuole dare una risposta alle esigenze del mercato. Ivi compresa quella dell’ottimizzazione energetica. Infatti la ragione principale che spiega l’assenza di macchine elettriche di medie dimensioni è proprio la gestione dell’energia necessaria per avere una sufficiente autonomia.
Per vincere questa sfida, Mecalac ha attuato una svolta tecnologica sul sistema di distribuzione idraulica e sulla gestione energetica dei sistemi ausiliari come, ad esempio, la climatizzazione. L’obiettivo è ovviamente quello di ridurre drasticamente il consumo di energia senza compromettere l’autonomia e le prestazioni.
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La pala gommata eS1000 è dotata di braccio girevole e telaio rigido con quattro ruote sterzanti
L’energia e la sfida di Mecalac alle abitudini di guida
L’approccio corretto da parte del costruttore è sicuramente quello legato alle abitudini degli operatori. Per decenni il modo di guidare degli operatori è stato ovviamente condizionato dalla presenza del motore a gasolio. Questo non è compatibile con l’ottimizzazione delle prestazioni della batteria.
Ad esempio, quando si preme il pedale dell’acceleratore, tutta la potenza di una macchina elettrica è istantanea. Una differenza sostanziale con il motore a combustione interna. Mecalac ha quindi lavorato sulla configurazione dell’interfaccia uomo-macchina. In questo modo tutto è stato ottimizzato per preservare l’autonomia delle batterie ma al contempo garantire le necessarie prestazioni.
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La gamma elettrica del costruttore costituisce un vero e proprio “ecosistema” per il cantiere
La fondamentale fase della ricarica
La ricarica delle batterie è altrettanto fondamentale. Mecalac ha messo a punto M-Power. Si tratta di una soluzione di alimentazione mobile ad alta potenza che ha una capacità di accumulo di 300 kWh. Sostituisce infatti i generatori diesel “tradizionali” fornendo una soluzione di ricarica della batteria disponibile ovunque. L’ecosistema elettrico di Mecalac è quindi un’innovazione che permette di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nei cantieri.
Conti alla mano, tre macchine Mecalac a emissioni zero che lavorano insieme nello stesso cantiere urbano risparmiano in media 64 tonnellate di CO2 emessi in un anno dai loro modelli equivalenti.
L’altro vantaggio della nuova gamma Mecalac a emissioni zero è la forte limitazione dell’inquinamento acustico. Inoltre permette di operare in spazi chiusi, come ad esempio nei capannoni, senza limitazioni con una flessibilità applicativa superiore.
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Il sistema M-Power fa parte integrante della gamma elettrica e permette la ricarica delle batterie in cantiere senza emissioni di CO2