Sicurezza, un altro morto in un cantiere di un metanodotto
Sicurezza sul lavoro e cantieri. Un rapporto complesso e sempre meno stringente dove le morti sono ormai entrate nella mentalità delle persone. L'ennesima morte in Umbria all'interno di un cantiere di un metanodotto.
Sicurezza sul lavoro e cantieri. Un binomio ormai indissolubile che gli ultimi giorni dell’anno hanno contribuito a rinsaldare ulteriormente. La giornata di ieri è infatti stata funestata da un altro morto. Questa volta lo scenario è stato un cantiere di un metanodotto in Umbria. Per la precisione fra Orvieto e Castelviscardo.
Il malcapitato si chiamava Carlo Clemente, residente in provincia di Avellino, e dipendente di un’azienda che opera in subappalto per conto di Snam. Trentasei anni sono veramente pochi per morire. A maggior ragione se la morte è causata da un incidente sul luogo di lavoro. Si sta infatti indagando per capire se siano state violate le norme sulla sicurezza.
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Una dinamica fin troppo conosciuta
Le autorità costituite stanno ovviamente conducendo le indagini e hanno messo sotto sequestro il cantiere. Stando alle prime testimonianze dei colleghi di lavoro presenti al momento dell’incidente la dinamica sarebbe fra quelle fin troppo conosciute nei cantieri che vedono la realizzazione degli scavi.
Carlo Clemente sarebbe infatti scivolato nello scavo realizzato per la posa del metanodotto cadendo ad una profondità di circa cinque metri. La testa ha battuto su una pietra sporgente lasciandolo senza vita.
L’uomo si sarebbe infatti trovato sul margine dello scavo realizzato per interrare le condotte del metano nell’area del fosso di Romealla scivolando e cadendo da un’altezza di cinque metri.
Parlare di sfortuna, come si è letto in molti comunicati stampa, non ha quindi affatto senso.
“La sfortuna ha voluto che battesse la testa su una pietra sporgente dal terreno che non gli ha lasciato scampo”.
Una descrizione discutibile. La sfortuna ha poco a che vedere con un incidente sul lavoro di questo tipo.
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Il rispetto delle norme sulla sicurezza nei cantieri
L’incidente è quindi avvenuto in una fase intermedia delle lavorazioni. Lo scavo era infatti parzialmente terminato e non era ancora iniziata la seconda fase che riguarda il posizionamento della condotta. Per poi procedere con il successivo interramento.
Le norma sulla sicurezza in caso di scavi in trincea sono chiare e ben definite. Il ciglio degli scavi va infatti protetto. O nel caso occorre approntare specifiche misure con dei DPI individuali che riducano il rischio di caduta. Come ad esempio dei punti di ancoraggio per il personale che deve essere dotato di imbragatura.
La caduta ha provocato il decesso in modo istantaneo e ogni tentativo di rianimare Carlo Clemente è stato vano. Infatti il personale sanitario giunto sul posto con un’ambulanza dall’ospedale di Orvieto ha potuto soltano constatarne la morte. Sul luogo oltre alle forze dell’ordine, è giunto anche personale della ASL, per verificare le condizioni di sicurezza del cantiere, insieme al sindaco di Castel Viscardo Daniele Longaroni e ai Vigili del Fuoco.
Ora si procederà con gli accertamenti del caso per verificare le cause dell’incidente e se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. La magistratura di Terni disporrà quasi certamente l’esame autoptico.