Sollevatori telescopici. Tanti usi, una sola missione: risolvere problemi con la polivalenza
I sollevatori telescopici sono presenti da lungo tempo nel mondo della movimentazione industriale legata al riciclo dei materiali e al trattamento dei rifiuti. Macchine che, con la loro polivalenza, sono in grado di risolvere non solo i problemi logistici ma anche della manutenzione degli impianti. Questo grazie alla possibilità di operare con ganci, piattaforme, verricelli e forche.
Sollevatori telescopici e problematiche applicative. Le macchine con il braccio allungabile sono ormai una presenza amichevole in attività molto differenti tra loro. Una vera e propria quadratura del cerchio che li vede ormai come protagonisti risolutivi.
Sdoganati per la prima volta negli anni ‘80 in edilizia e poi in agricoltura grazie all’incidente azione commerciale della Merlo, si sono poco alla volta diffusi nel nostro paese in settori di ogni tipo. Fra cui, ovviamente, quello della movimentazione dei rifiuti e dei materiali da inviare al riciclo e al trattamento.
Sollevatori telescopici
La presenza diffusa di queste macchine nei cantieri di ogni genere è ormai la norma
I vantaggi dei sollevatori telescopici
I vantaggi di queste macchine sono infatti evidenti. Estrema compattezza, facilità di accesso alla cabina grazie alla posizione ribassata, portate molto elevate in rapporto alla dimensione e al peso operativo. Caratteristiche che conferiscono la possibilità di caricare comodamente mezzi con sponde alte o tramogge collocate a grandi altezze. Operazioni accessibili solo ad escavatori, material handler o pale gommate di grande dimensione equipaggiate con benne ad alto ribaltamento.
I sollevatori telescopici operano infatti in spazi di ogni genere con un’efficienza operativa molto alta a fronte di un TCO molto concorrenziale. Mezzi che lavorano spesso al chiuso tanto da generare una specifica richiesta di modelli che possano funzionare ad alimentazione elettrica. Tant’è che molti costruttori stanno ampliando la propria offerta proprio in questa direzione. Alla base della richiesta vi sono però sempre la massima sicurezza operativa, un TCO concorrenziale ed una polivalenza che vede i sollevatori telescopici essere ottimi compagni di lavoro anche nelle operazioni di manutenzione. Queste ultime spesso svolte con specifiche attrezzature come ganci, argani o piattaforme omologate per il trasporto in quota delle persone.
Sollevatori telescopici
La polivalenza raggiunta da queste macchine è proverbiale
MERLO
Il costruttore di Cuneo è considerato il primo costruttore che ha creduto fermamente nei sollevatori telescopici. Proprio in questi giorni ha infatti presentato i nuovi concept elettrificati TFe 43.7 e TFe 30.9 che si basano sugli omonimi modelli convenzionali.
La gamma “Generazione Zero”, quindi, si amplia verso l’alto andando a coprire la fascia di mercato più venduta e con prestazioni in linea per diversi mercati. EIMA ha premiato, al Concorso Novità Tecniche dell’ultima edizione, proprio il TF3 43.7. Si tratta infatti di un mezzo adatto non solo al mercato agricolo ma anche a quello del riciclo. Potendo infatti operare al chiuso, senza emissioni gassose locali e con una pressione sonora molto bassa, si presta in modo particolare per la movimentazione industriale.
Inoltre il TF3 43.7, grazie all’impostazione modulare iniziata da Merlo nel 2012, è uno di quei sollevatori telescopici del costruttore che unisce la massima capacità di carico con la massima altezza operativa. Questo gli consente di avere un plus produttivo che lo colloca in posizione di evidente vantaggio. Le batterie consentono un’autonomia media di circa 8 ore con tempi di ricarica di 3 ore e mezza. Ma Merlo, viste anche le soluzioni pensate per l’e-WORKER, ha messo a punto tecnologie specifiche per il cambio
rapido delle batterie. In questo modo è possibile affrontare lunghi turni consecutivi senza dover pensare all’autonomia.
Sollevatori telescopici
Merlo ha ampliato la gamma Generazione Zero con due nuovi concept elettrificati
MANITOU
L’azienda francese, che ha profonde radici in Italia, è presente nel mondo del recycling da lungo tempo. I suoi sollevatori telescopici sono macchine abituate ad affrontare produzioni importanti e avere la massima agilità operativa. La gamma frontale fissa di sollevatori telescopici rappresenta infatti una soluzione ideale con i numerosi modelli MLT e ULM. Mezzi che ben si adattano sia al settore industriale, sia a quello agricolo. Dove in quest’ultimo sono spesso deputati alla movimentazione di biomasse, rifiuti, materiali da processare e inviare al riciclo, carico di mezzi e alimentazione di impianti.
Stiamo quindi parlando di 20 modelli con capacità di sollevamento che spaziano da 1.250 kg per i super compatti ULM, fino ai 5.000 kg dell’MLT 850-145V+. Le altezze di sollevamento massime permettono dunque di affrontare situazioni logistiche completamente differenti tra loro partendo. Si parte infatti da 4,5 metri dei due modelli ULM fino ai 9,65 metri dell’MLT1041-145 PS+L.
Da un punto di vista delle soluzioni ergonomiche, le cabine dei sollevatori telescopici Manitou MLT presentano alcuni accorgimenti molto utili per chi opera nel settore waste. Infatti scendere e salire dalla macchina molte volte al giorno rappresenta sempre un’insidia. Manitou ha introdotto un’ottima soluzione con i gradini che trovano spazio in un incavo del pavimento. Qeust’ultimo risulta molto ben visibile quando si apre la consentendo di scendere rapidamente in marcia avanti a favore di sicurezza.
Sollevatori telescopici
MANITOU ha una storica presenza nel recycling con le sue gamme frontali fisse
DIECI
L’offerta dell’azienda di Montecchio Emilia è oggi una delle più complete del mercato con la possibilità
di variare tra mezzi molto compatti e macchine ad alta capacità. Senza ovviamente dimenticare i modelli rotativi. Ma nel settore del riciclo e della movimentazione di rifiuti i modelli frontali fissi sono sicuramente quelli più utilizzati.
Le gamme più compatte Apollo e Dedalus sono quindi adatte laddove spazi molto ristretti e particolari esigenze logistiche richiedono macchine che siano prima di tutto snelle e agili. Salendo di gamma abbiamo i modelli Zeus e Samson. Macchine che, invece, si avvicinano ad applicazioni puramente produttive dove carichi elevati e condizioni operative gravose sono il campo d’azione quotidiano. Parliamo, in questo caso, di portate massime che vanno dai 3.500 kg ai 4.000 kg per la gamma Zeus. Qui abbiamo altezze utili che si spingono fino a 12,5 metri. Le portate della gamma Samson non stabilizzata spaziano invece da 5.000 kg fino a 6.500 kg con altezze operative massime fino a 8,6 metri.
Sollevatori telescopici
DIECI è un costruttore che punta ad affidabilità e durata con una vocazione importante per il waste recyclin
WACKER NEUSON – KRAMER
Il costruttore tedesco è presente nel mercato delle macchine pesanti per applicazioni waste con i sollevatori telescopici Kramer. Si tratta di una delle gamme frontali fisse più interessanti fra i costruttori che non hanno in offerta modelli rotativi.
Kramer ha infatti focalizzato la propria attenzione sulle applicazioni agri e industriali più pesanti con macchine che spaziano da carichi massimi di 1.450 kg fino a 5.500 kg. Parliamo nel primo caso del modello super compatto 1445 che è disponibile anche in versione elettrificata. Nel secondo caso si tratta del “muscoloso” 5509. Quest’ultimo è uno dei pochi sollevatori telescopici sul mercato che unisce la massima capacità operativa alla massima altezza di sollevamento. Kramer ha infatti sempre puntato, con i propri modelli, alla massima robustezza e affidabilità. Il target primario è infatti indirizzato proprio verso la movimentazione industriale legata ai rifiuti e al riciclo. Settore che in Germania, mercato da cui proviene l’azienda, si è sviluppato con largo anticipo rispetto ad altri paesi.
Sollevatori telescopici
Le macchine KRAMER sono pensate per gli impieghi pesanti industriali
BOBCAT
La Lince è spesso più conosciuta per le sue minipale ma, in realtà, ha una gamma di sollevatori telescopici molto interessante ed in grado di coprie molteplici applicazioni. Spazia infatti, partendo dai modelli compatti, fino alle grandi macchine rotative che derivano dall’accordo con Magni TH.
Ma nel campo dei frontali fissi i prodotti Bobcat sono completamente self-made e arrivano dallo storico stabilimento Sambron di Pontchateau, in Bretagna, a pochi chilometri da Nantes. Macchine dalla grande sostanza che presentano soluzioni di guida molto interessanti sia da un punto di vista delle regolazioni idrauliche, sia delle prestazioni della trasmissione.
Si tratta di sollevatori il cui allestimento Waste Expert, compatibile con i modelli TL35.65HF, TL35.70, TL38.70HF e TL43.80HF, prevedono protezioni specifiche per cabina, luci e corpo macchina. Oltre a ventole reversibili automaticamente per la pulizia dei radiatori e serbatoi carburante in acciaio. Di base questi mezzi presentano già elementi heavy-duty come la testa del braccio extra large con cinematismo a Z, cilindri idraulici completamente protetti, protezioni sottoscocca e telaio scatolato, assali DANA Spicer per impieghi gravosi ed elevata luce libera inferiore.
Sollevatori telescopici
BOBCAT ha la gamma Waste Expert specifica per l’industria
MAGNI TH
La gamma del costruttore italiano si è recentemente ampliata con un nuovo modello compatto da 6 metri e 3 tonnellate di capacità massima. Ma il cuore pulsante della gamma TH e HTH comprende macchine ad alte prestazioni caratterizzate da portate molto elevate.
A queste si abbiano soluzioni tecnologiche evolute per la gestione della sicurezza e cabine dall’elevata visibilità a 360 dove l’ergonomia è molto curata. Per il mondo del waste i modelli superiori della gamma HTH ad alte prestazioni sono le macchine più indicate. Infatti associano elevate portate massime con altezze di lavoro che permettono il massimo disimpegno in ogni situazione. I due modelli HTH10.10 e 12.10, ad esempio, associano dimensioni compatte con portate massime rispettive di 10 e 12 tonnellate con l’altezza massima di sollevamento di 10 metri.
Sollevatori telescopici
MAGNI TH ha fin da subito puntato a portate elevate e impieghi gravosi