Transizione ecologica e macchine movimento terra. Una strada non lineare.
La transizione ecologica sta portando i costruttori verso una spinta elettrificazione delle gamme. Con tecnologie che, però, non sono sempre realmente ecosostenibili.
“Transizione ecologica” è divenuto il mantra di questi anni. Occorre infatti risolvere oggettive problematiche ambientali andando verso soluzioni che forniscano energia, di qualsiasi tipo, con un impatto minore rispetto al passato. Tematica sentita e oggettivamente molto affascinante che permette di mettere in campo soluzioni tecnologiche nuove. Con una evidente ricaduta positiva anche da un punto di vista produttivo. Non dimentichiamo infatti che la ricerca legata alla transizione ecologica mette in campo risorse economiche ingenti. Anche pubbliche.
Sia ben chiaro. Sono sempre stato un promotore della tecnologia e della ricerca. Ma non tutto quello che è stato “pensato” è riuscito nel tempo ad avere un riscontro positivo a livello commerciale. Così come non tutto quello che è presente sul mercato ha contenuti tecnologici positivi. La transizione ecologica pone dei seri quesiti a livello economico. Soprattutto nel nostro specifico settore. Settore in cui l’organizzazione industriale non è facilmente applicabile se non a pochi casi particolari.
Le soluzioni dei costruttori alla transizione ecologica
Le soluzioni proposte dai costruttori sono oggi realmente efficaci? O meglio. Rappresentano una strada realmente percorribile? Stiamo assistendo a molte proposte sul tema che, nella realtà, si dimostrano spesso impraticabili. A mio avviso molte di queste sono puri esercizi di stile. Più un richiamo per i clienti che una soluzione efficace in grado di coniugare basso impatto ambientale con un TCO accettabile. Vero e proprio marketing che, allacciandosi al mercato automobilistico, non individua un reale target.
Ci sono poi invece costruttori che, con i piedi ben saldi al terreno dei cantieri, propongono da tempo soluzioni pratiche e praticabili. Andando incontro a specifiche nicchie di mercato che esistevano ben prima che si parlasse di transizione ecologica. Nicchie a cui forniscono tecnologie collaudate, efficaci, produttive e sostenibili. Ovvio ed importante che la ricerca tecnologica faccia il proprio corso ma quando si parla di transizione ecologica forse in molti dimenticano di citare un elemento fondamentale: il bilancio energetico di una specifica soluzione.
Una strada non lineare
La strada della transizione ecologica, quindi, non è affatto lineare. Ci troviamo oggi in una situazione dove la sperimentazione deve ancora fare diversi passi. Passi che, a mio avviso, in molti casi non porteranno in nessuna direzione specifica. L’impiego di batterie al litio, per quanto possa essere accattivante, non è una soluzione sostenibile e accettabile. Sia dal punto di vista ambientale, sia da un punto di vista economico. Tecnologie collaudate, come ad esempio gli accumulatori al piombo, hanno raggiunto una maturità tale da farci capire esattamente i pro e i contro.
E infatti chi vuole posizionarsi sul mercato in modo corretto ne fa uso in modo intelligente e chiaro. Una chiarezza verso l’utilizzatore finale che è necessaria per affrontare in modo corretto la transizione ecologica. Le celle a combustibile sono oggi una strada percorribile che potrebbe portare seri benefici in termini di efficienza e di praticità di funzionamento. Ma se nel settore dei veicoli industriali se ne sente parlare in modo costante, nel movimento terra questa tecnologia latita. Vedremo. Sono sicuro che, a breve, anche questa direzione sarà esplorata.