Trasporti delle macchine movimento terra. Sarà l’anno della svolta UE?
Sotto la presidenza CECE di Alexandre Marchetta si affronteranno tematiche delicate ma importanti. Come ad esempio la bozza di regolamento per un sistema armonizzato di requisiti per la circolazione stradale. Fra cui i trasporti delle macchine movimento terra.
I trasporti delle macchine movimento terra sono un argomento di fuoco nel nostro paese.
La recente nomina di Alexandre Marchetta, CEO di Mecalac, alla Presidenza del CECE ha messo in luce alcuni aspetti fondamentali. Il piano di ripresa varato dall’UE è sicuramente al primo posto nell’agenda dell’associazione. Ma si attende anche un regolamento di cui si parla da anni. Regolamento che dovrebbe portare molti vantaggi al nostro paese.
Alexandre Marchetta ha infatti annunciato, fra i punti fondamentali per il settore nel 2022, l’arrivo di una proposta di un sistema armonizzato di requisiti per la circolazione stradale in tutta l’unione europea. Quel regolamento che, come accaduto per le macchine agricole (la Mother Regulation), potrebbe finalmente mettere ordine nel settore.
Lo scoglio delle larghezze nei trasporti delle macchine operatrici
Tutti gli addetti ai lavori sanno molto bene quanto il Codice della Strada italiano penalizzi i trasporti delle macchine movimento terra. Con riscontri negativi sotto molti punti di vista. Non si parla solo di permessi e autorizzazioni speciali da richiedere agli enti, ma di elementi che vanno ben oltre. Se una macchina movimento terra, infatti, supera la larghezza limite di 2,55 metri, si entra in un mondo parallelo fatto di norme spesso di complessa applicazione.
Se poi si vuole andare oltre la larghezza di 3,00 metri, la situazione può diventare degna di un libro di Kafka. Cosa che non succede negli altri paesi dell’UE. Con ripercussioni sullo stesso mercato delle macchine che, per il nostro paese, richiede mezzi spesso progettati e costruiti in modo specifico. Un adattamento, in molti casi, che comporta anche prestazioni e livelli di sicurezza inferiori rispetto alle stesse macchine commercializzate negli altri paesi europei.
La svolta?
Questa potrebbe quindi essere la vera svolta. Un percorso che era già stato iniziato con il pressing del CECE sotto la presidenza di Enrico Prandini, AD di Komatsu Italia Manufacturing (l’unità produttiva di Este del brand giapponese). Le motivazioni portate avanti dall’associazione europea dei costruttori delle macchine da costruzione erano proprio legate alla sicurezza operativa che i carri più larghi, soprattutto negli escavatori cingolati, potevano garantire nel corrente impiego in cantiere.
Potrebbe essere la svolta per il nostro paese? Certamente sì, se le cose saranno condotte in modo accorto. Sicuramente i paesi più attivi a livello di Commissione Europea non vorranno penalizzare le proprie aziende. E questo, per una volta, potrebbe favorire i trasporti delle macchine operatrici sul territorio nazionale. La figura di Alexandre Marchetta, inoltre, porta una bella ventata di novità in CECE grazie alla presenza di una figura di spicco di un’azienda famigliare. Con una mentalità e una conoscenza del mercato legata alle necessità sia dei piccoli che dei grandi operatori del settore.