UNACEA ha reso noti i primi dati ufficiali del mercato nazionale delle macchine da costruzione. Si fa notare una flessione fisiologica con un dato complessivo del -16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma occorre ricordare che si arrivava da numeri che non inquadravano in modo reale il concreto potenziale del nostro mercato.

Infatti nei primi sei mesi del 2024 sono state immesse sul mercato italiano 9.688 macchine per
costruzioni. Siamo quindi, in proiezione annuale, sull’ordine dei 20.000 mezzi complessivi. Probabile inoltre che in autunno ci sia un aumento legato ai classici investimenti di fine anno legati all’andamento dei bilanci delle singole aziende.

UNACEA segnala un aumento delle macchine stradali

La diminuzione complessiva del 16% è rapportata rispetto a quanto rilevato nel primo semestre del 2023.
Entrando nel dettagli UNACEA segnala la vendita di 9.256 le macchine movimento terra vendute con un complessivo -17%. A questo numero fanno da contraltare le 432 macchine stradali che segnano quindi un positivo +23%.

I dati sono elaborati da Unacea derivano dai risultati ufficiali di vendita dei produttori e degli importatori di macchine movimento terra e per i lavori stradali.

Il commento di Michele Vitulano

Michele Vitulano, Presidente di UNACEA, ha sottolineato “Il mercato di macchine per costruzioni in Italia cala nei primi sei mesi del 2024, nonostante si registri una crescita tra primo e secondo trimestre. Bisogna però considerare che le vendite negli anni passati erano molto alte ed il calo attuale era previsto ed è considerato fisiologico”.

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Costantino Radis è il cuore di e-Construction

Cosa ne penso

Costantino Radis

FLESSIONE DEL MERCATO? I CONTI TORNANO E CI STIAMO ASSESTANDO SUI REALI VOLUMI FISIOLOGICI CHE L’ITALIA E’ IN GRADO DI ASSORBIRE. E ADESSO VENDE CHI E’ BRAVO.

I numeri del primo semestre 2024 fanno segnare un complessivo -16% del mercato delle macchine da costruzione rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma si tratta di una attesa flessione fisiologica che, con 9.688 macchine, va a sfiorare le 20.000 unità su proiezione annuale. Si tratta comunque di un numero elevato. Ed ora, con gli incentivi che “mollano”, vende chi è bravo ed attento ai clienti.

Michele Vitulano ha giustamente sottolineato come la flessione del mercato sia attesa e fisiologica. Il primo semestre ha fatto segnare un -16% che corrisponde comunque a 9.688 nuove macchine vendute. Che in proiezione annuale, tenendo anche conto della crescita fra primo e secondo trimestre, va nella direzione delle 20.000 macchine.

Un numero a mio avviso ben più che congruo per la capacità di un mercato come quello italiano. Un mercato che oltretutto arriva dai lunghi anni degli incentivi legati alla 4.0 che, ora, sono in fase terminale.

Si stanno ancora aspettando i Decreti Attuativi del piano Transizione 5.0 che riguarda in modo strategico il risparmio energetico. Piano che dovrebbe dettare le linee guida per il futuro in tema di incentivi al rinnovo del parco macchine e delle tecnologie applicate ai cicli produttivi. Molti investimenti sono quindi ancora fermi per questo motivo.

Inoltre i numeri ci indicano un aumento significativo delle macchine stradali quando, invece, gli ultimi dati ci fornivano una flessione. Esattamente al contrario di quanto successo con le macchine movimento terra. Ma queste ultime, inoltre, sono state oggetto di un forte ricambio generazionale che ha portato nuova linfa nei parchi macchine delle imprese.

Nonostante la flessione stiamo comunque parlando di numeri importanti che, con i progetti del PNRR che "arrancano" per la cronica inefficienza dell'apparato pubblico, si dovrebbero mantenere tali ancora per qualche anno.

Di fatto oggi vendono "quelli bravi". Ossia chi ha un prodotto con un equilibrato rapporto qualità/prezzo e chi è attento alle reali esigenze dei clienti finali.

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