Way Industries, le Locust alzano il tiro
Tornano le Locust della Way Industries. L'azienda slovacca sta rinnovando la sua gamma e con le nuovissime 904 e 1004 non solo si è aggiudicata il Red Dot Design Award 2023 ma mette in campo soluzioni uniche.
Way Industries è un costruttore slovacco che, dai mezzi militari, si è presentato già da tempo nel settore delle macchine movimento terra compatte. Stiamo parlando delle Lucust, macchine dalle prestazioni molto interessanti che erano già apparse, una decina di anni fa, nel nostro mercato. Da allora è passato molto tempo. Forse i primi esemplari arrivati da noi non erano ancora pronti per rispondere in toto alle aspettative delle imprese italiane.
Nei fatti, oggi, il progetto di importazione riprende vita in modo strutturato e professionale. Con una fortissima collaborazione proattiva fra costruttore e struttura commerciale. Un modo corretto di procedere che la IDROMAC di Poggibonsi, in provincia di Siena, sta portando avanti per costruire, passo dopo passo, una rete di vendita e assistenza nazionale.
La struttura toscana arriva da una lunga tradizione nel settore che la vede oggi impegnata in modo trasversale in diversi comparti economici. Da quello industriale con macchine e impianti per il trattamento dei rifiuti e dei metalli, fino a quello delle costruzioni con macchine movimento terra in cui il marchio Hidromek è sicuramente la punta di diamante. Senza contare il noleggio dei carrelli elevatori.
WAY INDUSTRIES
La distribuzione italiana è curata dalla IDROMAC di Poggibonsi che sta curando una rete di vendita e assistenza forte di una lunga esperienza nel settore.
Way Industries, un piacevole ritorno
Come anticipato, avevamo già visto le macchine Locust diversi anni fa. Skid-loader dalle caratteristiche molto interessanti che, però, non avevano avuto il riscontro e l’interesse che meritavano. I progressi del costruttore sono stati enormi e oggi l’azienda di Krupina, in Slovacchia, propone una gamma in fase di completo rinnovamento con dei contenuti ad elevato valore aggiunto. Un lavoro progettuale molto interessante dove sono stati mantenuti tutti i punti di forza e completamente stravolti gli aspetti meno convincenti.
Nuovo design, stesso concetto di elevate prestazioni in rapporto al peso operativo, meccanica e idraulica di valore con soluzioni ad hoc che non trovano riscontro sul mercato. Sono i concetti alla base delle nuove macchine tanto da aver portato la Way Industries all’assegnazione del Red Dot Design Award 2023 con le nuove 904 e 1004. Due skid-loader che hanno alzato l’asticella delle Locust guardando al mercato occidentale ad alto valore aggiunto.
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La nuova Serie 4 segna chiaramente la forte e positiva evoluzione del progetto Locust.
Locust 904 e 1004, un concetto completamente rivisto
Quando ci sono molti contenuti originali è difficile illustrarli tutti con ordine. Essere schematici ed andare per punti è quanto di più sintetico ed efficace si possa fare. La gamma del costruttore slovacco comprende cinque modelli con pesi operativi compresi fra 3.250 kg e 4.500 kg. Al top dell’offerta si colloca l’interessante L1203 Telspeed con braccio telescopico. Ma se tutti i modelli contrassegnati con il numero finale “3” appartengono alla precedente generazione, quelli con il “4” sono i nuovi modelli. Nello specifico abbiamo le Locust 904 e 1004.
Due skid loader che partono dalla stessa base telaistica ma con differenze che riguardano motore e impianto idraulico. Le scelte di Way Industries sono cadute su Perkins e Bosch Rexroth. Due costruttori che hanno messo a disposizione delle Locust una tecnologia di tutto rispetto. Con l’idraulica che impiega, nel modello più grande, un Load Sensing a centro chiuso che permette movimenti contemporanei e fluidi proporzionali al movimento dei joystick.
Perkins sotto al cofano
La Locust 904 impiega un motore Perkins 404J-E22T Stage V da 45 kW (61,2 cv). Si tratta di un quattro cilindri da 2,2 litri in grado di fornire una coppia massima di 222 Nm @ 1.600 giri/min.
La sorella “maggiore” 1004 sale di categoria con il Perkins 904J-E28T Stage V da 55,4 kW (75,34 cv). Anche qui parliamo sempre di un quattro cilindri ma da 2,8 litri e con una coppia massima di 300 Nm @ 1.600 giri/min. Valori elevati per la categoria e che permettono di sfruttare le potenzialità della macchina in souplesse a vantaggio di consumi e manovre eseguite ad un basso numero di giri.
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L’accesso al motore Perkins è comodo e razionale e permette una chiara visione anche dell’impianto idraulico.
Bosch Rexroth, per essere precisi
Potrebbe sembrare un gioco di parole. Ed infatti lo è. La scelta di impiegare impianti idraulici del costruttore tedesco porta alle Locust 904 e 1004 della Way Industries un buon feeling per l’operatore e, soprattutto, la garanzia di avere un fornitore di alto livello alle spalle.
Nel modello più piccolo si è deciso per un più semplice centro aperto con pompa ad ingranaggi. In totale abbiamo 70 l/min alla pressione di 210 bar. Per la Locust 1004 si è invece optato per un Load Sensing Centro Chiuso da 108 l/min a 220 bar che permette di impiegare senza nessuno problema attrezzature idrauliche performanti. Nel caso di una fresa per asfalto le specifiche Simex indicano una PL40.35 o una PL45.35 che insistono in un range di portate necessarie che la 1004 è in grado di soddisfare.
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L’impianto idraulico è affidato a Bosch Rexroth con la 904 che impiega un centro aperto con pompa a portata fissa mentre la 1004 impiega un Load Sensing a centro chiuso.
Trasmissione ad ingranaggi
Di norma la trasmissione degli skid-loader è a catene. Way Industries ha invece scelto di utilizzare gli ingranaggi. Parliamo quindi di due motori idraulici che operano su una trasmissione che, oltre a fornire una elevata precisione di azionamento, è anche garantita a vita e non necessita di manutenzione.
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La traslazione è garantita da due motori idraulici calettati su altrettante trasmissioni ad ingranaggi.
I bracci, nessuno come loro in questa classe di macchine
L’altro aspetto fondamentale è la geometria di lavoro del braccio. Le Locust 904 e 1004 hanno un peso operativo rispettivo di 3.396 kg e 3.600 kg. Sono inoltre due macchine con braccio radiale. Il disegno specifico permette però, unico nella sua classe, di avere un’altezza al perno di 3.320 mm. Si tratta di un valore che altri costruttori raggiungono solo con geometria parallel. Il fatto di avere un braccio radiale ha il sicuro vantaggio di un concetto più robusto, durevole e con minore manutenzione nel tempo.
Una geometria che deriva anche da un attento studio sulla visibilità laterale e sull’ottimizzazione dei punti di cerniera che Way Industries aveva già implementato nei modelli precedenti. Una piacevole conferma, quindi, nelle nuove 904 e 1004 e fra le motivazioni, numerose, che hanno portato verso il Red Dot Design Award.
Di fatto, con un’altezza al perno di quella grandezza le 904 e 1004 sono in grado di caricare un classico mezzo d’opera quattro assi con sponde alte.
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L’altezza al perno di 3,32 metri con braccio radiale è unica in questa classe di macchine e permette il carico di mezzi d’opera con sponde alte.
L’attenzione ai dettagli di Way Industries
Ma i contenuti delle Locust 904 e 1004 non si fermano qui. L’attenzione verso l’accessibilità e la manutenzione è infatti un altro aspetto sostanziale che caratterizza le macchine slovacche. Si è infatti pensato all’operatività quotidiana di chi lavora ogni giorno in cantiere e deve essere massimamente efficiente anche nelle più semplici operazioni di manutenzione.
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L’accessibilità per la manutenzione è eccezionalmente semplice e veloce.
Uno sportello per ogni cosa
Effettuare i controlli di routine, pulire o sostituire i filtri e verificare lo stato di salute della macchina è semplice, rapido ed efficace. I progettisti di Way Industries hanno pensato a sportelli razionali e ben distribuiti per ogni singolo elemento funzionale. Con fermi e sicurezze efficaci e robusti. Si tratta di soluzioni che mirano alla praticità e alla velocità di intervento. Agevolando la vita in cantiere per l’operatore e contribuendo ad abbassare il TCO complessivo risparmiando tempo prezioso.
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VANO di DESTRA con filtro aria in posizione di manutenzione e batteria.
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VANO di DESTRA con filtro aria in posizione operativa.
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VANO di DESTRA con filtro aria in posizione di manutenzione e stacca batteria.
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VANO di SINISTRA con radiatore opzionale per impianto idraulico linee attrezzature.
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CONTROLLO LIVELLI OLIO IDRAULICO direttamente dall’esterno senza dover aprire il vano motore.
Non occorre essere “mister muscolo”
Fra gli elementi qualificanti per l’accesso alla manutenzione vi è sicuramente il ribaltamento della cabina di guida. Un’operazione di per sé banale ma che spesso richiede sforzi elevati e manovre a discapito della sicurezza. La maggior parte delle cabine attuali, infatti, è equipaggiata con martinetti a gas che tendono a scaricarsi velocemente. Oppure non prevede nessun tipo di meccanismo con routine di sollevamento che vogliono l’uso di apparecchi specifici come gru o carriponte.
Le Locust hanno invece delle molle in acciaio che aiutano la sola persona necessaria per la manovra vincendo il punto morto in fase di ribaltamento e accompagnando in modo dolce il percorso della cabina. Idem per la sua collocazione in posizione operativa. Si tratta di un’operazione che dura meno di quattro minuti e che richiede semplicemente lo sblocco di quattro fermi meccanici (due anteriori e due posteriori). Lo sforzo richiesto da una sola persona è veramente minimo con il vantaggio che la durata delle molle è sostanzialmente pari a quella della vita della macchina.
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Il ribaltamento della cabina avviene in modo pratico e veloce semplicemente togliendo quattro semplici blocchi meccanici manuali dotati di sicura.
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In alto, sopra il motore di traslazione destro della macchina, si vedono le quattro molle in acciaio che agevolano il ribaltamento della cabina.
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I due blocchi cabina anteriori sono collocati a destra e sinistra in basso.
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I due blocchi posteriori sono dotati di sicura e si trovano a destra e sinistra della cabina nel vano motore.
Un posto guida pensato per chi è in cantiere
La cabina di guida presenta un accesso decisamente semplice e agevolato. Il vetro anteriore, leggermente curvo, è apribile anche se la benna non è perfettamente posizionata in piano. Rimane infatti un franco di circa 25/30 cm rispetto ai principali competitor dove, nel caso in cui ci sia il terreno non pienamente piano è comunque possibile appoggiare la benna senza troppi pensieri e scendere dalla macchina senza problemi.
L’interno è razionale ed essenziale. In alto a sinistra è presente il display digitale che indica tutti i parametri di funzionamento della macchina. Sulla destra c’è un identico spazio destinato, per chi la scegliesse in opzione, al monitor della telecamera posteriore.
L’impianto di ventilazione può essere dotato di aria condizionata su richiesta. La collocazione del compressore e degli scambiatori trova ampio spazio posteriormente nel razionale e ben organizzato vano motore. Le dodici bocchette di ventilazione sono distribuite in modo uniforme e simmetrico per avere sia un’ottima climatizzazione, sia lo sbrinamento efficace dei vetri nei periodi freddi.
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L’accesso alla cabina è fra i più comodi e sicuri del mercato con un gradino di uscita dalla cabina praticamente inesistente e un ampio sportello completamente vetrato.
Joystick per stare comodi
I joystick presentano i roller proporzionali con movimento destra/sinistra che segue in modo corretto l’ergonomia della mano. La posizione fra sedile di guida e consolle laterali è regolabile in modo da permettere una posizione corretta a persone di diversa corporatura. Lo spazio a terra per i piedi è veramente molto ampio. Lo sportello vetrato conferisce una visibilità elevata grazie alla superficie che arriva, di fatto al pavimento. Una visuale preziosa che permette di vedere molto bene il bordo della benna facilitando le manovre di spianamento e i movimenti di precisione.
Utili i due finestrini laterali a scorrimento che permettono di avere una buona circolazione d’aria e di dialogare con l’esterno senza dover per forza aprire il portello anteriore.
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Joystick, sedile di guida, bocchette dell’aria, finestrini laterali sono pensati per gli operatori.
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Il display elettronico permette di controllare la macchina in modo semplice e immediato.
Bracci fatti per vedere
Del disegno dei bracci abbiamo ampiamente parlato. Una geometria non comune che ha permesso di arrivare ad altezze importanti anche in versione radiale. Ma uno degli aspetti fondamentali, lo ripetiamo, è la elevatissima visibilità laterale che consente, nella maggioranza del tempo operativo, di avere sempre le superfici vetrate sgombre da ostacoli e con visione diretta dell’area circostante la macchina.
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La forma dei bracci è pensata per avere una visibilità laterale ottimale.
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Le tubazioni dell’impianto sono interne ma semplici da cambiare.
Cosa ne penso
Costantino Radis
WAY INDUSTRIES, LOCUST E GLI OUTSIDER DEGLI “EX PAESI POVERI”. QUANDO LA VOGLIA DI FARE E DI CRESCERE E’ UNO STIMOLO POSITIVO.
La visita in IDROMAC e il lungo scambio di opinioni con il titolare Francesco Casillo ha fatto emergere una tematica molto interessante. Il progetto distributivo delle Locust della Way Industries e la presenza in azienda di un marchio interessante come Hidromek mettono in luce che oggi ci sono realtà in crescita che arrivano da paesi differenti dai soliti noti. Con dei contenuti progettuali di valore che distinguono i loro prodotti e fanno seriamente pensare al valore reale di cosa si acquista.
Sarà che sono un tifos del Toro ma a me gli outsider sono sempre piaciuti. A patto, ovviamente, che abbiano dei contenuti da mostrare e che possano fare la differenza. Il progetto distributivo delle minipale Way Industries messo in campo dalla IDROMAC rientra in una visione di questo tipo. Un prodotto che a prima vista potrebbe sembrare come tutti gli altri e che, in realtà, ha invece molto da offrire. Con un costruttore che arriva dalla Slovacchia. Un paese della ex Cortina di Ferro dove le persone hanno voglia di emergere, di farsi spazio e di migliorare la propria condizione di vita. In poche parole, hanno voglia di stare bene. E quale migliore strumento che non il Lavoro, quello con la "L" maiuscola dove l'impegno, l'ingegno, la voglia di fare, le capacità progettuali e tecniche sono messe in luce dai risultati e dalle buone idee. Essere "outsider" significa anche questo. Proporre qualcosa di diverso per distinguersi dagli altri. E poter così attirare l'attenzione degli addetti ai lavori e riuscire a farsi spazio. Non semplicemente il prezzo, che a fare dumping commerciale ci pensano già altri, ma i contenuti. I contenuti che sono alla base di un comparto, quello della meccanica, che in Slovacchia, in Repubblica Ceca e in Polonia sono sempre stati un asset portante ben prima che arrivasse l'Unione Sovietica (vizi ancora attuali), a fare manbassa di industrie per trasformarle in fabbriche di armi a proprio uso e consumo. Non è infatti un caso se la Way Industries abbia una forte tradizione militare che si è trasformata in parte con le macchine industriali. Le Locust sono una vecchia conoscenza che non aveva avuto fortuna. Da un lato perché le macchine illo tempore arrivate in Italia erano ancora troppo "sovietiche". Dall'altro perché il progetto imprenditoriale di distribuzione non era stato adeguatamente sviluppato e supportato. Oggi i tempi sono cambiati e la nuova Serie 4 ha veramente tutti i numeri per distinguersi e fare bene. Sia quelli dei contenuti, sia quelli economici. E di fatto un altro competitor è entrato in un mercato quanto mai vivace e proattivo.